ll Kazakistan dice basta ai salvataggi delle banche private

Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, che recentemente ha vinto le elezioni presidenziali in Kazakistan con il 70,76 per cento dei voti, ha iniziato a far parlare di sè. Oggi una sua dichiarazione è rimbalzata tra le agenzie, ha dichiarato infatti che il suo nuovo governo smetterà di salvare le banche private e cancellerà i crediti inesigibili detenuti da circa il 30 per cento della popolazione del paese dell’Asia centrale.

Più di tre milioni di kazaki dunque vedranno annullati i loro debiti, in quanto il programma di perdono dei prestiti è destinato a “persone che si trovano in circostanze di vita molto difficili”. Debiti per persona che ammontano in media a circa 300.000 tenges (790 dollari), anche se in totale il governo avrà bisogno di “un po’ meno di 1 miliardo di dollari”.

Il Governo, sostiene Kassym-Jomart Tokayev non deve più essere coinvolto nei salvataggi di banche private.

Del resto il paese centro-asiatico ha dovuto affrontare una crisi durata un decennio in cui il governo ha pompato almeno 18 miliardi di dollari in banche private per impedire il collasso del settore. Il decreto ufficiale diffuso nella giornata di mercoledì ha inoltre ordinato alle autorità di inasprire i regolamenti sui prestiti al dettaglio non garantiti per evitare che più persone finiscano nelle trappole del debito.

Questo annuncio segna la prima importante politica di Tokayev da quando ha assunto il potere il 9 giugno dopo che il leader di lunga data Nursultan Nazarbayev si è dimesso a marzo. Dopo il trasferimento del potere, il governo di Tokayev ha affrontato proteste diffuse, così tanti critici affermano che questa nuova politica è simile a quella fatta dal partito di governo della Georgia, che ha annunciato la cancellazione di prestiti per 600.000 persone giorni prima di un’accesa elezione presidenziale a novembre.

Un altro governo che decise di non salvare le banche private fu l’Islanda. Nel 2008, dopo la crisi finanziaria globale, il governo islandese decise di concedere alle tre maggiori banche del paese Glitnir, Kaupthing e Landsbankinn l’insolvenza sugli 85 miliardi di dollari di debito accumulato.

Il paese ha quindi protetto i conti dei depositi islandesi nelle banche e ha perdonato debiti per un quarto della popolazione, in particolare il debito dei proprietari di case che rappresentava fino al 110% del valore della proprietà. Il risultato fu il “miracolo islandese”, poiché in meno di quattro anni l’economia si riprese e iniziò a crescere anche più velocemente di quella degli Stati Uniti o delle nazioni europee.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
O te ne stai in un angolo a compiangerti per quello che ti accade o ti rimbocchi le maniche, con la convinzione che il destino non sia scritto. Per il resto faccio cose, vedo gente e combatto contro ingiustizie e banche. Se vuoi segnalarmi qualcosa scrivimi a info@letiziagiorgianni.it

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