Lo sport entra in Costituzione. Importante traguardo verso un’Italia più sana, giusta e inclusiva

Il 20 settembre 2023 lo sport entra in Costituzione: una tappa storica raggiunta grazie all’approvazione definitiva del disegno di legge costituzionale n. 715-B (primo firmatario il senatore di Fratelli d’Italia Iannone, cofirmatari numerosi altri esponenti di Fdi), che è stato approvato all’unanimità.

Viene così modificato l’articolo 33 della nostra carta costituzionale, che da oggi reciterà: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Il senatore Iannone, quale primo promotore dell’iniziativa legislativa, ha dichiarato in una intervista a  Il Mattino: “Cambia tanto. Essere riconosciuto nella carta costituzionale significa diventare portatore di diritti soggettivi. Lo sport non è più figlio di un dio minore. Gli enti, il Governo, le Regioni sono tenute ad investire nello sport. Prima era una libera volontà, adesso l’attività sportiva dovrà essere declinata e sostenuta”.

In una lettera a Il Corriere della Sera il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi ha scritto: “Il percorso sarà lungo, ma solo costruendo un «modello Italia», ispirato da una visione, organica e sistemica, saremo in grado di dare piena attuazione alla presenza dello Sport in Costituzione, perché non si esaurisca nella enunciazione dei principi, ma viva e si sviluppi, nobilitandosi, attraverso il miglioramento dell’offerta di opportunità, diffusa, diversificata, aperta e accessibile, che può essere perseguita solo con una sistematica e generosa collaborazione tra le istituzioni pubbliche, a livello nazionale e territoriale, e il mondo dello sport, in tutte le sue articolazioni, con obiettivi comuni e condivisi. Questo è il cuore della «sfida» alla quale siamo chiamati, da oggi con rinnovato impegno, dall’articolo 33 della nostra Costituzione”.

Ad esprimere soddisfazione per questo traguardo è intervenuta anche Giorgia Meloni, che in qualità di Presidente del Consiglio ha dichiarato: “L’approvazione all’unanimità in via definitiva in Parlamento della riforma costituzionale per l’introduzione dello sport in Costituzione rappresenta una pagina storica per la Nazione. Riconoscere nella nostra Carta fondamentale il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme è una vera e propria rivoluzione culturale. È una vittoria dello sport in ogni sua declinazione – non solo agonistica ma anche dilettantistica, amatoriale, di base e di prossimità -, è un segno di attenzione nei confronti di tutti i cittadini che praticano attività sportiva ed è il riconoscimento di tutti gli operatori e i lavoratori del mondo dello sport, un segmento significativo della nostra economia per troppo tempo dimenticato. Il Governo farà la sua parte per dare concreta attuazione a questa nuova norma costituzionale”.

Lo sport è oggi finalmente un diritto riconosciuto costituzionalmente, a tutti e per tutti. Un segno tangibile della vicinanza del governo (e in particolare di Fdi, essendo il decreto legge interamente proposto da suoi deputati e senatori) a questo settore, ai suoi operatori e ai valori di cui questo mondo si fa portavoce.

Un famoso verso latino recita: “mens sana in corpore sano”. Dopo centinaia di anni, questo verso è più che attuale, perché lo sport non riguarda solamente le competizioni olimpiche o le manifestazioni di grande attrazione, ma rappresenta un efficace strumento con il quale diffondere e insegnare (o imparare) i valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole, che sono i principi fondanti di ogni società sana. Tutti principi immediatamente trasferibili in altri contesti di vita, che rendono di conseguenza lo sport un importante motore di inclusione, socialità ed uguaglianza.

L’approvazione della modifica dell’articolo 33 è un successo per i cittadini e per le istituzioni (lo prova d’altronde il voto unanime ricevuto in Parlamento), ed è un successo che va oltre ogni schieramento politico perché contribuisce a creare una società più sana, giusta e inclusiva.      
Oggi, finalmente, possiamo dire che lo sport è uguale per tutti.

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