La Cina imporrà restrizioni all’esportazione su alcuni prodotti industriali e materiali contenenti gallio e germanio a partire dal 1° agosto 2023, hanno annunciato lunedì il Ministero del Commercio e l’Amministrazione generale delle dogane. La mossa potrebbe complicare ulteriormente la transizione verde dell’Europa.
La decisione della Cina di limitare le esportazioni di minerali critici colpirà i settori chiave nello sforzo dell’Unione Europea per decarbonizzare la sua economia e dimostra i limiti delle aspirazioni occidentali di spostare le catene di approvvigionamento oltre la portata dei politici di Pechino.
La Cina è il più grande produttore mondiale dei due minerali, gallio e germanio, che saranno soggetti a restrizioni all’esportazione il mese prossimo e che sono cruciali per l’industria dei semiconduttori, delle telecomunicazioni e dei veicoli elettrici. L’UE ottiene il 71% del suo gallio dalla Cina e il 45% del suo germanio.
Sebbene il Ministero non sia entrato nel dettaglio delle ragioni delle nuove restrizioni, un editoriale del quotidiano statale China Daily, dopo l’annuncio, ha criticato i Paesi Bassi per i loro controlli sulle esportazioni di componenti per semiconduttori.
L’editoriale ha anche osservato che gli Stati Uniti ospitano le più grandi miniere di germanio del mondo, ma “le sfruttano raramente”. Anche Russia, Belgio e Canada producono germanio, mentre Russia, Ucraina, Giappone e Corea del Sud producono gallio.
La Cina è in testa alla classifica mondiale della produzione totale di entrambi i metalli. Il Paese produce circa 650.000 chilogrammi di gallio all’anno, circa il 94% della produzione globale. La nazione ha aumentato drasticamente la produzione dal 2019, quando le misure ambientali hanno limitato l’uso di metalli simili.
La mossa arriva settimane dopo che l’UE ha svelato una nuova strategia di sicurezza economica, che cerca di controllare le esportazioni di tecnologie critiche e potrebbe frenare gli investimenti in uscita in nome della sicurezza nazionale. La proposta fa parte di una crescente spinta all’interno del blocco per rafforzare gli strumenti di sicurezza poiché paesi come Cina e Russia utilizzano sempre più il commercio e il controllo delle linee di approvvigionamento critiche per promuovere obiettivi politici e persino militari.
L’Unione Europea ha lanciato a marzo il suo Critical Raw Materials Act per facilitare i finanziamenti e le autorizzazioni per nuovi progetti di estrazione e raffinazione e stringere alleanze commerciali per ridurre la dipendenza del blocco dai fornitori cinesi. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno anche cercato di istituire un “club degli acquirenti” per concludere accordi di fornitura e partenariati di investimento con le nazioni produttrici.
La mossa cinese arriva mentre l’UE sta intraprendendo una revisione senza precedenti per eliminare le emissioni di carbonio in tutta la sua economia, dalla produzione di energia all’agricoltura e ai trasporti. Il Green Deal, il cui obiettivo è rendere la regione climaticamente neutra entro il 2050, richiederà l’accesso a enormi quantità di materiali critici utilizzati in tutto, dai pannelli solari ai veicoli elettrici.