Lotta alla mafia, altre misure del governo Meloni su beni confiscati e polizia penitenziaria

Nell’ultimo anno i beni confiscati alle mafie, riconsegnati allo Stato e affidati ad enti per progetti e finalità sociali sono stati in netto aumento. +140% nel solo 2023: questa la percentuale fornita dal ministro dell’Intero Matteo Piantedosi intervenuto a Milano per la firma di un protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati e Anci Lombardia. “Noi, come governo – ha detto il ministro intervento a Milano – stiamo puntando molto alla valorizzazione del notevole patrimonio dei beni confiscati alla criminalità organizzata e lo stiamo facendo attraverso investimenti importanti, risorse per il completamento dell’organico e per attivare sinergie con università e dare fondamento scientifico alle iniziative avviate negli ultimi tempi”. L’impegno del governo Meloni, dunque, è molto forte su questo tema al fine di semplificare e velocizzare le procedure di assegnazione dei beni confiscati alle mafie. La firma dell’accordo è solo l’ultimo passo in questo senso, regolando i rapporti con una Regione come la Lombardia che risulta essere la quarta Regione col maggior numero di beni confiscati alla criminalità organizzata, con particolare intensità nella zona del milanese. Con l’accordo, nel dettaglio, il governo si propone di affiancare la Regione nella valorizzazione dei beni confiscati e nell’efficientamento del servizio: grazie al protocollo, che ha valenza triennale, sarà infatti possibile migliorare i processi di pubblicazione di tutti i dati necessari a velocizzare il riutilizzo, la fruizione, la gestione dei beni e a individuare le risorse necessarie per il loro funzionamento e per la realizzazione di interventi e progetti. Il Viminale, in questo modo, sarà più vicina agli enti preposti alla gestione, soprattutto ai Comuni, prevedendosi anche la realizzazione di un’apposita vetrina, in cui saranno presentati i beni destinabili ai soggetti interessati all’acquisizione. Su questo ulteriore risultato del governo si è espressa Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno: “La destinazione dei beni confiscati per finalità sociali o istituzionali, come la realizzazione di presidi delle Forze dell’ordine, è un’attività cui la Premier Giorgia Meloni sta attribuendo grande rilevanza nell’ambito della strategia di contrasto alla criminalità organizzata, e ciò – ha detto ancora – si concretizza con importanti investimenti e il rafforzamento dell’Agenzia nazionale sia per quanto riguarda gli organici e la formazione del personale, che attraverso gli strumenti normativi e operativi”. I dati forniti dal sottosegretario parlano di un impegno costante del governo sul riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali: “Da quando si è insediato il governo Meloni- ha dichiarato Ferro – grazie anche all’avvio dell’attività volta all’assegnazione diretta di immobili alle realtà del Terzo settore, la destinazione di immobili è aumentata del 79% rispetto all’anno precedente, quella di beni mobili del 45%, quella di aziende confiscate del 33%”.

Ieri, altre due notizie dal fronte della lotta contro la mafia: Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, ha annunciato lo sblocco di 255 milioni di euro per l’edilizia penitenziaria. “Aumentiamo la capacità detentiva degli istituti” ha detto Delmastro, che poi ha aggiunto: “C’è chi crede che a fronte del sovraffollamento la risposta sia un bel provvedimento svuota carceri, invece chi dice che si aumenta la capacità detentiva”. Una decisione che arriva in contrasto con quel trend di “dismissione dell’aspetto della sicurezza nei nostri istituti” che, secondo il sottosegretario, ha portato alle “ignobili rivolte del marzo 2020, eterodirette – come teme Delmastro – dalla criminalità organizzata”. L’altra notizia riguarda invece Chiara Colosimo: il presidente della Commissione Antimafia ha espresso la volontà di modificare le norme sull’incandidabilità, estendendole anche ai partenti fino al quarto grado di chi è coinvolto in reati di mafia. “Non voglio dire che se hai un determinato cognome non sei candidabile, ma se non hai rotto i legami con quella famiglia criminale non lo sei”. Colosimo ha infine dichiarato di voler “inserire nel codice anche i corruttori: non è possibile – ha concluso – che siano impresentabili solo i corrotti”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati