Luana, mamma coraggiosa strappata per sempre a suo figlio e i suoi cari.

Un figlio a 17 anni, quando si è ancora bambine, in attesa che il futuro arrivi a bussare all’uscio di casa. Ma Luana quel figlio lo ha accolto con l’amore che solo una mamma sa e nonostante i suoi pochi anni, lo ha custodito in grembo per darlo alla luce, a dispetto di mille rinunce.

Aveva la passione per il cinema Luana ed aveva fatto anche la comparsa in un film, intravedendo la possibilità di una carriera, ma per crescere suo figlio, per dargli tutto il necessario, aveva fatto ogni tipo di lavoro saltuario, di tutto, rimboccandosi le maniche per il piccolo. Poi, meno di un anno fa, ha accettato entusiasta un posto di operaia in una fabbrica tessile, finalmente la stabilità.

Aveva 22 anni Luana D’Orazio, madre di un piccolo di 5 anni, ed è morta sul posto di lavoro, schiacciata in un macchinario, un orditoio, strappata per sempre alle braccia del suo piccino e dei suoi genitori.

Sulle cause dell’incidente indaga la procura di Prato, che avrebbe iscritto due persone sul registro degli indagati. La giovane donna, la mattina del 3 maggio, sarebbe rimasta incastrata nel rullo del macchinario per preparare l’ordito e poi trascinata via senza scampo. Sul posto è tempestivamente intervenuto il 118, ma non ha potuto far altro che constatare il decesso. Una comunità atterrita dal dolore e che si stringe attorno alla famiglia ed al piccolo bimbo, il dolore pietrifica le coscienze ed i commenti degli esponenti della comunità locale lasciano un profondo senso di amarezza.

È troppo vicino il primo maggio per non pensare al fatto che mentre si celebra la festa dei lavoratori, continuano a contarsi i morti sul lavoro. È ancora troppo vivo il ridicolo carosello di polemiche che si è creato attorno al palco del concertone, per non far montare la rabbia. La rabbia che sale quando l’ipocrisia prende il sopravvento, quando il furore ideologico al posto di far scandalo fa dibattito, quando ogni argomento si piega strumentalmente a biechi interessi particolari, partigiani e speculativi. La miopia della politica sul tema del lavoro e della sicurezza è avvilente, come si sia riusciti a parlare di tutto durante la ricorrenza dei lavoratori, tranne che dei problemi che attanagliano il mondo del lavoro in Italia, è mortificante.

E se un senso al sacrificio di Luana lo si vuol dare, occorre guardare a questa morte come ad un monito, innalzarla a paradigma e fare di lei e della sua memoria il manifesto di una battaglia concreta, affinché non accada mai più e affinché sia restituita alle esigenze dei lavoratori, quelle vere, che parlano di diritti negati e di aspirazioni frustrate, la centralità del dibattito politico. Tutto il resto è solo spazzatura.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati