Lucarelli contro Meloni. Le ridicole offese su Facebook.

Il glitter Santo Cielo. Il glitter sulle palpebre della Meloni. La Lucarelli si è voluta inserire nel turbine delle critiche al presidente di Fratelli d’Italia con un affondo degno della sua profondità di giudizio. Sì perché in questi giorni la scelta di Giorgia Meloni e del suo partito di restare fuori dall’esecutivo Draghi ha creato un putiferio mediatico non indifferente, un clamore che lascia attoniti per la sua vivacità e tutti i giornalisti dei giornaloni, accanto a sferzanti e irridenti critiche di natura politica, hanno aggiunto velenosi commenti sulla vita privata dell’unico leader donna di un partito italiano ed europeo. Quale occasione migliore per deridere la Meloni? Ora per l’estrazione popolare, ora per il compagno mai sposato, fino a commenti disgustosi sulla figlioletta treenne. E in questo tam tam non poteva non tentare di ritagliarsi un posto al sole lei, Selvaggia, che tuttavia non riesce nell’intento denigratorio. Lei fallisce miseramente, impattando contro il suo stesso tetragono piattume intellettuale: posta foto della Meloni e le critica il make-up, troppo glitter sugli occhi dice la signora.

Sono giunte le critiche di chi le ha fatto sommessamente notare che nei confronti di un politico, che ha responsabilità rilevanti in un momento storico molto particolare, dovrebbero essere dirette attenzioni di altra natura, una su tutte, ad esempio, ascoltare ciò che dice (anche vagamente senza per forza sforzarsi di capire i contenuti, aggiunge chi scrive). Altri le hanno contestato il body shaming, da lei tanto vituperato, ma evidentemente se i commenti sull’aspetto femminile sono rivolti a destra si può fare. Per tutta risposta la nostra cintura nera di simpatia, decimo dan, afferma piccata: “Volevo dire che parlare di bodyshaming per una battuta su un ombretto è da bodysceme/i incurabili. Studiate, leggete, informatevi e non dimenticate di sorridere, perché fare i finti indignati per le cazzate è quasi peggio del glitter sulle palpebre”.

Dunque chi la critica è scemo, finto indignato, ignorante e disinformato. E non solo, ribadisce anche, non fosse stato abbastanza chiaro, che il glitter fa schifo.

In tutta onestà, va detto che questo ridicolo dibattito nasce in tanto in quanto la Lucarelli altro non può. Non ci si può aspettare null’altro da quel pulpito, perché più giù della superficie non riesce proprio a scendere. E conferma di essere parte integrante e sostanziale di quel mondo fatto solo di immagine e copertine, in cui i valori sono quelli passati dai social, per cui il sensazionalismo viene prima di ogni cosa e l’anima delle persone può essere squartata e data in pasto ad un pubblico famelico e rabbioso. Ci ha abituati la Lucarelli a tutto questo e lo ha sempre fatto ammantandosi di un aura di superiorità fuori dal comune, ma stavolta è stata veramente suicida, perché mentre almeno gli altri detrattori qualche lettura politica hanno comunque tentato di darla, lei si è avventurata su un terreno assai scivoloso, senza avere gli strumenti per affrontare le obiezioni, che si sarebbe dovuta aspettare non sarebbero arrivate da qualche visagista retró, ma da chi apprezza la Meloni per ciò che pensa, che dice e che rappresenta. E bisogna dire che dinanzi a tutto questo, come ampiamente previsto, la Lucarelli è miseramente crollata.

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