Il Mediterraneo è tornato ad essere teatro di un’ennesima tragedia in mare. Due barconi carichi di migranti clandestini si sono ribaltati a sud di Lampedusa e per il momento i morti accertati sono più di venti. Probabilmente il numero delle vittime aumenterà perché in tanti risultano ancora dispersi e le ricerche sono in corso. Al netto delle speculazioni politiche delle solite sinistre e di personaggi come Luca Casarini, che a quasi sessant’anni di età potrebbe pure maturare un pochino, questo naufragio impone delle considerazioni molto serie. Davanti a delle persone che muoiono così non si può che provare, è il minimo peraltro, una grande tristezza, la quale però si accompagna inevitabilmente ad una forte e profonda rabbia.
Un’indignazione rivolta a quei criminali che, stimolati per anni dall’ignavia della politica, italiana ed europea, e da talune ONG, le quali istigano le migrazioni irregolari per obiettivi politico-ideologici, non si sono mai fatti scrupoli nell’organizzare traversate del Mediterraneo, assai redditizie per loro, con imbarcazioni fatiscenti, mettendo in grave pericolo, con lucida consapevolezza, la vita di uomini, donne e bambini. Una collera naturale e fisiologica che pretende misure severe da parte dei governi europei contro i trafficanti di esseri umani. In Italia, terra principale di approdo dei barconi di clandestini, designata dai delinquenti e dai promotori globali di una immigrazione senza regole, il Governo Meloni, il cui mandato è iniziato quasi tre anni fa, ha voluto imprimere una svolta, alla quale si sta lavorando ogni giorno, rispetto al lassismo dei precedenti esecutivi e all’autolesionismo quasi dichiarato dei tempi di Matteo Renzi, (migranti a gogò nel Belpaese in cambio di una benevolenza europea e teutonica circa lo stato dei conti pubblici italiani).
Per evitare naufragi e tragedie, e mettere i bastoni fra le ruote dei commercianti di uomini, bisogna impedire il più possibile le partenze dei barconi dal Nord Africa. Infatti, la premier Giorgia Meloni ha stretto accordi con le Autorità di Tunisia e Libia da dove sono sempre salpate le imbarcazioni di migranti. Poi, gli ormai celebri centri di accoglienza in Albania, che sono stati messi a dura prova dai boicottaggi giudiziari e mediatici, ma che sono già serviti e servono a limitare di molto gli arrivi irregolari presso le coste italiane. Qualche organo di informazione, al fine di dare il proprio contributo, si capisce, al sabotaggio pilotato di una delle tante promesse mantenute dal Governo Meloni, ha scritto che in Albania soggiornano ben poche persone, le quali potrebbero stare pure in Italia, non essendo una massa pericolosa.
Quand’anche i centri italo-albanesi fossero del tutto vuoti, aggiungiamo noi, servirebbero comunque perché renderebbero l’idea, a chi vuole emigrare in maniera illegale e ai suoi sfruttatori criminali, di un’Italia che non vuole più essere il ventre molle d’Europa, non intende più lasciare entrare tutti e …. poi si vedrà, e si avvale di un filtro prezioso di controllo, i centri in Albania, per separare coloro i quali hanno i requisiti per asilo politico ed altre tutele da quelli che invece sono da rimpatriare subito, prima che avvenga l’ingresso di tutti in Italia. Il modello Albania ha ricevuto appoggio e apprezzamento dalla Commissione UE e da diversi governi europei perché esso agisce anzitutto a livello psicologico e di immagine, mostrando un Paese intenzionato a mollare il proprio storico lassismo. Se attualmente a Gjader vi sono poche persone ospitate, ciò significa che sono calati di tanto gli sbarchi di clandestini in Italia a causa del rigore del Governo Meloni. Ad ogni estate, complici il bel tempo e il mare tranquillo, fino a pochi anni fa gli arrivi di migranti irregolari diventavano puntualmente un’emergenza, ma nella calda e soleggiata estate 2025 non vi è alcuna situazione critica e ingovernabile.
Certo, alcuni barconi partono ancora poiché le Autorità libiche, a causa degli equilibri politici precari del loro Paese, non riescono ad offrire un controllo pieno delle loro coste, e capitano tragedie come quella di pochi giorni fa, ma tutto questo, visto che molti risultati positivi sono già stati prodotti, incita il Governo Meloni ad implementare ancor più le politiche di rigore, e non ad abbandonarle come vorrebbero Casarini e compagni.