“Le scene di guerriglia urbana che si sono verificate ieri nelle nostre città ci invitano ardentemente a riflettere. A Torino, sulle note di Bella Ciao, manifestati hanno acceso fumogeni e bruciato una foto della premier Meloni tra applausi e cori. Scene di violenza si sono ripetute a Bolzano, Roma, Bologna e Milano, dove è stato raggiunto l’apice dell’intolleranza e del vandalismo nelle due ore di scontri alla stazione centrale di Milano e durante le quali i sedicenti attivisti hanno dato il meglio devastando, lanciando oggetti contundenti e parti di impalcature contro le Forze dell’Ordine, provocando il ferimento di ben sessanta agenti. Voglio quindi esprimere la mia solidarietà a questi poliziotti e ringraziarli per il loro coraggio che ha evitato il peggio. Voglio poi esprimere la mia solidarietà alla presidente Meloni, vittima ancora una volta di un odio politico che trova ogni giorno nuove scuse per aggredirla sia nel suo ruolo istituzionale che nella sua dignità di donna e di madre. Non è soffiando sul fuoco della tensione sociale che si risolve la questione palestinese, il teppismo non è libero pensiero e la violenza non è tutela dei diritti umani.
È chiaro che questi professionisti del vandalismo hanno voluto strumentalizzare una tragedia per portare un attacco alle istituzioni e, specificatamente, a questo Governo. Bisogna uscire da questo clima di violenza e tensione esasperata che denunciamo da mesi. C’è un’unica scelta possibile, che non è quella dei finti paladini della tolleranza che denigrano l’avversario, anche in Parlamento, facendosi forti di una superiorità morale, figlia di una storia di parte, che arrivò a dire che uccidere un fascista non è reato. Ma è quella di Charlie Kirk, che affrontava con dignità e rispetto ogni oppositore. L’odio politico non costruisce nulla ma erige muri laddove invece dovremmo aprire porte, divide dove dovremmo unire e, soprattutto, non salva i bambini di Gaza”.
Lo dichiara in aula la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, capogruppo FdI in Commissione Diritti Umani e coordinatore nazionale del Dipartimento Tutela vittime del partito.