Il primo ministro francese Francois Bayrou ha davvero commesso un passo falso nell’accusare l’Italia di dumping fiscale, ossia, di presunta scorrettezza sul piano delle tasse che attirerebbe investitori a scapito della Francia. Si è trattato di un attacco pretestuoso e gratuito che è stato subito rispedito al mittente dal Governo italiano, ma le parole del premier d’oltralpe non sono piaciute per niente nemmeno in patria. La leader del Rassemblement National Marine Le Pen ha demolito la narrazione di Bayrou e alla numero uno della destra francese si sono unite tante altre voci critiche verso quanto proferito in televisione dal primo ministro. Una di queste è stata quella, molto interessante, del politologo Emmanuel Dupuy, il quale, conversando con Adnkronos, ha fatto un’analisi spietata della bordata anti-italiana di Francois Bayrou.
Per Dupuy vi è in realtà a Parigi, presso il governo e anche all’Eliseo dove soggiorna il presidente Emmanuel Macron, una grande preoccupazione per il successo del modello economico e fiscale italiano, e da questo malessere, partono gli attacchi smodati come le accuse di dumping fiscale. Per la prima volta in vent’anni, prosegue il politologo francese, l’Italia si indebita a tassi di interesse inferiori a quelli della Francia. Oltre all’esplosione del deficit d’oltralpe che preoccupa, si sta sviluppando in Francia una crisi politica che si aggrava sempre di più, con la minaccia di un altro scioglimento della Assemblea Nazionale, il Parlamento francese, e il rischio di caduta del governo di Bayrou, già nato fra mille tribolazioni in un’instabilità politica creata dalle irresponsabili manovre di Macron, mirate a rinchiudere in un ghetto una forza in continua crescita elettorale come il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Bayrou sarà probabilmente sfiduciato dal Parlamento l’8 settembre prossimo, viste le dichiarazioni agguerrite contro il suo esecutivo che stanno giungendo da destra e da sinistra. Questo caos si contrappone in modo vistoso con la stabilità politica che contraddistingue invece l’Italia dall’ottobre del 2022, cioè, dalla vittoria della destra di Fratelli d’Italia e dall’inizio del percorso del Governo Meloni. Tale abisso, che sta segnando una differenza enorme fra Roma e Parigi, irrita gli attuali vertici politici della Republique.
Dupuy è presidente dell’Istituto per la Prospettiva e la Sicurezza in Europa, (Ipse), e rileva che il rapporto debito/PIL dell’Italia sia diminuito di 10 punti percentuali nel 2024, dal 145,7% al 135,3%, mentre la Francia ha visto aumentare il suo deficit nel 2024 e nel 2025. Inoltre, l’Italia può vantare un deficit pubblico del 3,4% per lo scorso anno e al contrario, il deficit francese si è allargato del 5,8 per cento del PIL. La nostra è l’unica Nazione del G7 ad avere un avanzo primario di bilancio e deve esserne orgogliosa. Ciò che abbiamo riportato finora è farina del sacco del politologo francese Emmanuel Dupuy, e non merce nostra, che riporta con i piedi per terra quegli europei e quei francesi come Macron e Bayrou che vorrebbero vedere l’Italia sempre come il fanalino di coda sottomesso d’Europa.
Caro Roberto, vorrei che i governi europei non cercassero di imitare i famosi capponi di Renzo, che, chiusi in un sacco per essere accoppati, si beccavano tra di loro.
La risposta del Governo italiano mi sembra nel complesso ferma e pacata, infatti oltre al necessario rispetto che ci deve essere riconosciuto, abbiamo anche la consapevolezza che al di là dei differenti orientamenti politici tra noi e Macron l’unica via di uscita è trovare i punti di incontro e costruire l’unità dei Paesi europei su una linea di difesa e sviluppo dei nostri valori.
Giorgia, quanta fatica a tenere insieme schegge impazzite – di qua e di là dell’oceano – che invece di cercare l’unità di intenti cercano solo protagonismo immediato!
The victory belongs to the most tenacious (scritto sugli spalti del Roland Garros).
Forza Giorgia, anche in italiano si dice “chi la dura la vince”, vedrai che alla fine ci seguiranno.
Con affetto
Alessandro