“Quarantadue anni fa la mafia tentò di spegnere una luce di legalità, ma il sacrificio di Chinnici è diventato un faro che illumina ancora il nostro cammino. Le sue parole, ‘Io non ho paura della morte’, sono un testamento di coraggio. Il 29 luglio 1983, la mafia fece esplodere un’autobomba sotto casa sua, uccidendo lui e la sua scorta. Un atto vile che non fermò, ma rafforzò la determinazione dello Stato. Rocco Chinnici è stato un uomo di straordinario coraggio e un innovatore. La sua memoria ci ricorda che la lotta alla mafia è un dovere costante. Il suo esempio continua a guidarci per una società più libera e giusta, nel segno della legalità e della memoria”. Così in una nota il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Maiorano, componente della Commissione Affari costituzionali e della Commissione Parlamentare Antimafia, che prosegue: “Chinnici, nel 1979, ideò e diede vita al famoso ‘pool antimafia’ a Palermo, un modello investigativo rivoluzionario. Grazie alla sua visione, giovani giudici come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino entrarono a far parte di quella squadra, rendendo l’Ufficio Istruzione un ‘centro pilota della lotta antimafia’. Fu anche un convinto sostenitore dell’importanza dell’educazione e della cultura per contrastare la mafia tra i giovani. La sua opera culminò nell’istruzione del primo grande processo a Cosa Nostra, il cosiddetto ‘maxiprocesso di Palermo’, un’indagine che gli costò la vita”. Conclude