“Le parole pronunciate oggi dal Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Francesco Giannella, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, non sono soltanto un monito: sono un grido d’allarme che non può e non deve restare inascoltato. Quando una delle massime autorità inquirenti parla con chiarezza di una ‘preoccupazione di sistema’ e denuncia un ‘decadimento sociale generale’, siamo di fronte a una diagnosi profonda, che riguarda non solo la criminalità organizzata, ma la tenuta stessa della nostra democrazia e della nostra coscienza collettiva”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Filippo Melchiorre, membro della Commissione Antimafia, all’esito dell’audizione che ha visto il Procuratore Giannella lanciare l’ennesimo allarme, anche in relazione al voto di scambio, sottolineando con chiarezza che su questo fronte “non arriva mai una segnalazione”. “È un dato gravissimo – aggiunge Melchiorre – che segnala non solo la presenza strutturata della criminalità, ma anche un atteggiamento culturale e politico ormai passivo, se non connivente. L’omertà non è più solo popolare: è istituzionale, amministrativa, borghese. È il silenzio colpevole di chi non vuole vedere”.
Il senatore ricorda come già oltre dieci anni fa, in occasione di alcune tornate elettorali a Bari, avesse denunciato formalmente anomalie e il concreto rischio di fenomeni di voto di scambio. “Quello che allora era un allarme oggi è diventato realtà sistemica. Il voto di scambio è una ferita viva e quotidiana, mimetizzata, tollerata. E il fatto che nessuno denunci, che non si aprano indagini perché ‘non ci sono elementi’, è il segno evidente di quanto il patto democratico sia fragile”.
Ancora più preoccupante – sottolinea Melchiorre – è la mancata reazione istituzionale e politica ai fatti emersi dall’inchiesta “Codice Interno”. “Il Comune di Bari non è stato commissariato, ma lo sono state le sue più importanti società partecipate, un fatto clamoroso che in un contesto politico sano avrebbe provocato un terremoto etico e amministrativo. E invece nulla. Nessuno scossone, nessuna presa di distanza, nessuna autocritica. Come se tutto fosse normale. Anche questo è un sintomo del decadimento di cui parlava Giannella”.
In vista delle prossime elezioni regionali in Puglia, Melchiorre lancia un appello: “La vigilanza dev’essere altissima. Non possiamo permettere che il voto venga ancora una volta contaminato da pratiche opache o da meccanismi clientelari e criminali. Le forze politiche devono assumersi la responsabilità morale di garantire trasparenza, legalità e rigore. Non bastano i proclami: servono comportamenti coerenti, liste pulite, campagne elettorali limpide”.
“La battaglia contro la mafia non può essere demandata solo alla magistratura e alle forze dell’ordine. È una battaglia culturale, educativa e politica. Se vogliamo davvero combattere l’illegalità, dobbiamo ripartire dalle scuole, dalle periferie, dalla dignità del lavoro, da un nuovo patto etico tra cittadini e istituzioni. Solo così potremo rispondere con forza a quella ‘preoccupazione di sistema’ che oggi risuona come un campanello d’allarme per tutta la Puglia e per l’intero Paese”.