Cosa fare quando si è all’opposizione? Come comportarsi contro una maggioranza salda? Come sempre, anche in politica c’è una via giusta e una via sbagliata: da un lato, la via dell’ascolto, del dialogo, del confronto, in un contesto che certamente non vieta all’opposizione le sue legittimissime modalità di espressione; dall’altro, la via della prevaricazione, del tappare la bocca, della mancanza di rispetto verso i cittadini e verso i loro altrettanto legittimi rappresentati. Spetta ai singoli, poi, la decisione su quale strada imboccare, se scegliere il paragone costruttivo o la notorietà di qualche minuto, che poi svanisce e certo non si trasforma in consenso. La sinistra italiana ha scelto e continua a scegliere la seconda strada, quella più semplice da attuare, che non necessita dell’onestà intellettuale di ammettere i buoni risultati di un governo di destra.
L’onorevole Magi l’ha dimostrato. Il fatto è noto: nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, durante l’intervento del premier Meloni in occasione della giornata mondiale contro le droghe, il già citato segretario di +Europa, paladino della legalizzazione della marijuana, ha interrotto la seduta esponendo un cartello con scritto “Cannabis, se non ci pensa lo stato ci pensa la mafia”. È col sorriso che Meloni risponde: “Io sono stata a lungo al 3%, so cosa vuol dire cercare visibilità”; a cui poi aggiunge: “Avete organizzato per anni convegni che nessuno si è mai permesso di tentare di bloccare. Oggi dovete accettare che c’è un altro governo che è stato scelto dagli italiani per fare esattamente la politica che sta facendo. Quando sceglieranno voi, porterete avanti la vostra”. In pochi istanti, dunque, quello che sembrava un eroe rivoluzionario che combatte contro tutto e tutti per vedere realizzata una giusta causa, si è ritrovato invece col benservito che la realtà dei fatti gli ha rifilato: dopo anni di potere, dopo anni di manifestazioni, di passerelle, di salotti tv privi di controparte, la sinistra oggi si ritrova in un’opposizione che fatica ad accettare. Con il solito controsenso dell’antifascismo, violano un normale dibattito e prevaricano illegittimamente chi, invece, ha ottenuto la parola in modo legittimo.
Magi ha mancato di rispetto a milioni di persone che sono dipendenti dall’uso di droga; ha mancato di rispetto quelli che, vittime di certa propaganda, sono partiti da “è solo una canna”, per arrivare a perdere tutto. Magi ha mancato di rispetto, col suo fare prevaricatorio, alla maggioranza che per anni, da minoranza, ha sempre garantito il dialogo e il confronto, anche quando si era in disaccordo. Magi ha mancato di rispetto al sovrano popolo italiano, che, con un voto chiaro, si sente rappresentato dalla politica di questo governo e dalle sue scelte, tra cui primeggia la difesa della vita contro la droga. Magi, insomma, ha optato per la strada della noncuranza, in cambio di un briciolo di notorietà.