“La web tax rischia di essere un flop, in quanto la Legge di Bilancio non definisce chiaramente gli ambiti di applicazione e quindi non è possibile avere delle stime del gettito fiscale che produrrà, come rileva l’Ufficio Bilancio del Senato. Allo stesso tempo, come fa notare il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, le normative circoscrivono significativamente l’ambito oggettivo di applicazione dell’imposta, mandando pressoché esenti i giganti della web economy, che dovevano invece essere i principali destinatari dell’imposta. La tassa sui servizi digitali, così come concepita in questa manovra, doveva essere l’applicazione semplice e diretta di quanto era stato disposto e mai applicato nella precedente legge di bilancio. Invece dal testo ora in esame sembra uscirne snaturata, in attesa di un quadro di accordi internazionali più definito, che abrogherebbe immediatamente la web tax così come sarà licenziata dal Parlamento. Auspico un chiarimento immediato del governo sul funzionamento di questa imposta. Non si può fare una lotta all’evasione fiscale prescindendo dai giganti del web che non pagano le tasse in Italia”. Lo dichiara il senatore Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio.