“Noi abbiamo una manovra di circa 30 miliardi, 15 vengono messi nelle tasche del ceto medio con il taglio del cuneo fiscale che diventa strutturale e include un altro milione e quattrocento mila lavoratori rispetto allo scorso anno. Ricordo che tagliare il cuneo fiscale significa aumentare gli stipendi. A questo si aggiunge la conferma di tre scaglioni dell’Irpef e la possibilità per quello centrale – che riguarda il ceto medio – di avere ulteriore taglio diminuendo l’aliquota al 33% e anche qui un ampliamento della platea fino a 60 milioni l’anno di reddito. Lo vedremo nel corso dell’iter parlamentare perché attendiamo per fine ottobre il risultato del concordato fiscale. Sulla sanità si dicono cose senza senso e senza un minimo di autocritica da parte di chi non ha saputo fare programmazione creando l’enorme buco di medici e infermieri, la fuga all’estero e nella sanità privata, istituendo il numero chiuso nelle facoltà di medicina, rimanendo inerme di fronte al dramma delle liste d’attesa.
Noi abbiamo aumentato in questa manovra finanziaria di 1miliardo e 300 milioni la dotazione di risorse per la sanità e tolto la sete col prosciutto a coloro i quali dicevano, imbrogliando, che la percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil era più bassa dei governi precedenti e tra le più basse d’Europa. Il gioco era quello di prendere come parametro il Pil, ma quando c’è stato il Covid il Pil era sotto zero. Tuttavia stavolta lo stanziamento è anche in percentuale superiore agli anni con la sinistra al governo. Medici e infermieri hanno avuto nella scorsa manovra finanziaria un aumento di retribuzione che ora diventa strutturale come strutturale diventa la de tassazione degli straordinari. Segnali importanti posto che abbiamo dovuto associarvi la premialità verso le Regioni in cambio dell’abbattimento delle liste d’attesa. Sarebbe stato ingiusto non mettersi dalla parte dei cittadini per garantire loro il diritto a diagnosi precoci. Abbiamo dato una risposta agli operatori sanitari e una ai loro pazienti.
Le Regioni devono comunque ottimizzare il loro lavoro perché le risorse ci sono e deve ora migliorare la qualità della spesa. Sulle pensioni minime l’aumento c’è stato nella scorsa manovra, di 100 euro al mese, non è un`inezia nelle condizioni economiche in cui versa l’Italia, certo non per colpa di Giorgia Meloni. L’aumento di tre euro, che viene ingiustamente irriso, è solo l’adeguamento all’inflazione. Abbiamo ascoltato Marina Berlusconi apprezzare l’accordo con le banche, la sinistra non è stata capace di colpire i cosiddetti extra profitti, il nostro governo otterrà dal circuito del credito quattro miliardi di euro, condivisi dagli interessati che hanno raccolto l’appello alla responsabilità. Un successo enorme. E poi prende il via il fisco calcolato sul quoziente famigliare, altra chimera agitata a chiacchiere da almeno due decenni. Ora le tasse si pagheranno in misura diversificata a seconda della consistenza del nucleo famigliare, alleggerendo i nuclei con figli e per ogni nuovo nato ci saranno mille euro, più il bonus mamme e il bonus asili nido. Prosegue dunque, compatibilmente con le risorse disponibili, la politica in favore della natalità e a protezione della famiglia.
Considerando anche la reintroduzione da Bruxelles del patto di stabilità e gli impegni presi per ridurre il debito sono stati fatti miracoli con questa manovra e infatti i mercati ce ne danno atto, diversamente dalla sinistra che invece di contestare le nostre priorità per rappresentare il proprio blocco sociale altera i numeri e si dedica al gossip”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo a Coffee Break su la7.