Il volontariato, per chi lo vive sul serio, non è solo una scelta di generosità. È una palestra quotidiana, un luogo in cui si cresce, si impara, si diventa cittadini più consapevoli. Da oggi, grazie al Decreto firmato il 9 luglio 2024 dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, questa esperienza non sarà più solo un fatto personale o morale, ma un vero e proprio valore riconosciuto dallo Stato.
Un punto di svolta. Perché un concetto sacrosanto diventa finalmente norma. «Le competenze maturate nel volontariato contano», non solo nel cuore di chi le vive, ma anche nel curriculum di chi le ha acquisite. Un passo avanti epocale per il Terzo Settore e per tutti quei cittadini che mettono il proprio tempo, le proprie energie e la propria intelligenza al servizio degli altri.
Il decreto non è un annuncio simbolico, ma un atto concreto. Si inserisce nel percorso tracciato dalla riforma del Terzo Settore e rende operativo il Sistema nazionale di certificazione delle competenze. Cosa significa? Che da ora in poi sarà possibile trasformare le esperienze maturate in ambiti non formali – come il volontariato, il servizio civile, i tirocini – in competenze certificate, valutabili, spendibili.
Una novità che tocca direttamente anche il mondo universitario, dove gli studenti impegnati in attività di volontariato potranno vedersi riconosciuti crediti formativi per ciò che hanno realmente fatto, appreso, costruito insieme agli altri. Non più, insomma, un “volontariato” da mettere in fondo al CV come nota di colore, ma una risorsa concreta, alla pari delle esperienze professionali.
A imprimere una forte accelerazione a questo processo è stato il Viceministro Maria Teresa Bellucci, che conosce bene il valore del volontariato perché lo ha vissuto in prima persona, guidando il Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiane) come presidente nazionale. La sua sensibilità verso il tema non è frutto di teorie, ma di anni di presenza sul territorio, di contatto con i giovani, le famiglie, le periferie sociali.
È da quella esperienza che nasce la consapevolezza che il volontariato non è tempo perso, ma tempo investito. E oggi questa consapevolezza diventa politica pubblica.
«Una buona notizia, dopo otto anni di attesa – ha dichiarato Bellucci – grazie al lavoro del governo Meloni, abbiamo finalmente approvato il decreto per la certificazione delle competenze dei volontari. Da oggi le istituzioni riconoscono il valore di chi sceglie di aiutare a titolo gratuito il prossimo con un semplice ma anche potente atto volontario, pieno di significato per la costruzione del bene comune. A chi svolge almeno 60 ore di volontariato in un anno saranno riconosciute le competenze acquisite, da spendere nel proprio percorso di studi, nel lavoro, ma anche nei concorsi pubblici. Il volontariato è una ricchezza per la persona, ma è anche una ricchezza per la nostra società. In questa Italia c’è un modello di solidarietà sociale e di volontariato, una tradizione unica, e noi come governo continueremo sempre a custodirla e a promuoverla».
Il decreto definisce modalità precise per individuare, validare e certificare le competenze. Gli enti accreditati – Centri per l’Istruzione degli Adulti, enti di formazione, associazioni professionali – lavoreranno in sinergia con il Ministero per garantire uno standard nazionale. Ma la portata del provvedimento va oltre l’aspetto tecnico: è un messaggio forte, chiaro, identitario. Dice che il mondo del volontariato non è un mondo a parte, ma parte integrante dello sviluppo economico, formativo, umano del Paese. E che i giovani, soprattutto loro, possono trovare in queste esperienze non solo uno spazio di impegno, ma una vera opportunità di crescita personale e professionale.
Non a caso, il decreto si affianca a nuove risorse dedicate: 2,8 milioni di euro per migliorare le competenze professionali dei volontari e altri fondi per progetti strategici che coinvolgono anche il tema dell’intelligenza artificiale, dei diritti dei minori e della cittadinanza attiva. I Centri di Servizio per il Volontariato avranno un ruolo centrale nel fornire strumenti, supporto e orientamento agli enti e ai cittadini. Il volontariato viene riconosciuto per quello che è sempre stato: un capitale sociale da tutelare, un motore silenzioso che tiene unito il tessuto del Paese.
«Previsto dalla riforma del 2017 – ha aggiunto Bellucci – il decreto è stato finalmente reso operativo grazie al lavoro del governo Meloni, riconoscendo il volontariato come un importante contesto di apprendimento non formale di competenze sociali, civiche e trasversali, da valorizzare nel campo formativo e lavorativo».
«Questo decreto rappresenta una svolta», ha ribadito il Viceministro. E non si può che essere d’accordo. Perché rende giustizia a migliaia di persone che ogni giorno, lontano dai riflettori, costruiscono comunità. E perché restituisce dignità e valore a un impegno spesso dato per scontato, ma che invece è, oggi più che mai, essenziale. Ora tocca alle realtà del Terzo Settore, cogliere questa opportunità, accompagnando i volontari in questo nuovo percorso e continuando a essere, anche nelle Istituzioni, la voce di chi crede che solidarietà, impegno e crescita possano – e debbano – camminare insieme.
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