Mascherine. I Farmacisti contro Arcuri: noi in trincea, tu scusati e dimettiti

“Ringraziaci, scusati, e poi per favore… dimettiti”. Così, secondo quanto riportato dall’Agenzia Adnkronos i farmacisti di Lecco rivolti al commissario Domenico Arcuri, sulla questione delle mascherine a 50 centesimi più Iva, introvabili e oggetto, ieri, di un accordo con le associazioni dei distributori farmaceutici dopo le polemiche dei giorni scorsi.

I farmacisti, accusati di non aver voluto vendere le mascherine a prezzo calmierato hanno respinto le accuse al mittente, in una lettera in cui si rivolge direttamente ad Arcuri. “Caro Commissario… Noi Farmacisti c’eravamo quando le mascherine non c’erano e le persone avevano paura e si ammalavano… c’eravamo a febbraio, a marzo, ad aprile – si legge nel testo diffuso ieri, e ripreso da diversi quotidiani locali – c’eravamo quando mancava l’ossigeno… quando non si trovavano i saturimetri… quando la situazione era molto più grave… ci siamo anche adesso… Non ci siamo mai tirati indietro, anche senza protezioni. Abbiamo fatto tutto il possibile… Abbiamo anche lavorato da soli in farmacia… con i colleghi a casa per Covid… senza orari, senza sosta… e tu, ora, ci accusi di nascondere le mascherine? Commissario Arcuri… dovresti solo ringraziarci, ogni giorno… perché anche grazie a noi il numero dei contagiati, dei malati e dei decessi non è aumentato esponenzialmente. Ringraziaci, scusati, e poi per favore… dimettiti”

Anche i giovani farmacisti puntano il dito contro il commissario di governo.

“Dalla comunicazione del commissario Arcuri è arrivato un danno enorme per la categoria. E anche la sua marcia indietro su alcune dichiarazioni, è stata tardiva. Forse non sa il commissario quanto i nostri assistiti hanno contato su di noi nell’emergenza. Ora sarebbe il caso di mettere fine alle polemiche e di concentrarci sul farci arrivare le mascherine che ancora non si vedono”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Davide Petrosillo, presidente della Fenagifar, la Federazione nazionale dei giovani farmacisti, che raccoglie 50 associazioni e oltre 8.000 farmacisti ‘under 38’, tornado sulle polemiche che hanno visto contrapposti il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e i farmacisti. I dispositivi “attualmente in provincia di Bergamo, dove lavoro io, non sono disponibili, si parla di lunedì. Sono arrivate piccole forniture contingentate – avverte Petrosillo – Quelle che non mancano sono le solite mail di fornitori sconosciuti che ci offrono mascherine a prezzi altissimi e senza nessuna verifica sulla provenienza. L’ultima che mi è arrivata di 1,50 euro a pezzo, ma – conclude – è il prezzo che fanno a e non quello per il cliente”.

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