Ad aprire l’incontro è stata Valeria Petrini, rappresentante eletta al CNSU, con un aneddoto evocativo: “Gorgo, moglie di re Leonida, a soli nove anni disse a uno straniero: ‘Per caso non hai le mani che ti sei fatto vestire da degli schiavi?’”. Una citazione che Valeria lega a un insegnamento familiare: “Le donne, se vogliono salire su una tribuna, devono anche accettare l’onere di andare al patibolo”.
Poi l’affondo: “Il femminismo è diventato un movimento di etichettatura, non più di fratellanza e libertà”. E ancora: l’attacco all’UDU, che “sproloquia di femminismo” ma non ha eletto nessuna donna al CNSU. “Noi, al contrario, abbiamo una tradizione seria di rappresentanza femminile: la metà dei nostri eletti sono donne, siamo io e Giorgia”. (CNSU che ha introdotto un altro Panel sul tema delle Università, di cui noi della Voce del Patriota abbiamo già raccontato)
Tra rulli di tamburi e applausi fragorosi, fa il suo ingresso Giuseppe Cruciani.
A moderare il dibattito è Enrico Parigi (AU).
Le francesi di Collectif Némésis: “Non si può parlare di patriarcato senza parlare di islam”
Le prime a prendere la parola sono Alice e Astrid, attiviste del Collectif Némésis. Già la maglia che indossano è evocativa del loro messaggio: “liberateci dall’immigrazione”. Dirette e senza peli sulla lingua denunciano la situazione francese: “Non possiamo parlare di patriarcato senza parlare di islam. In Francia viviamo una condizione di terrore. Mia sorella, ancora bambina, subì molestie su un autobus da parte di un immigrato. È lì che ho capito di dover combattere”.
Denunciano il silenzio delle associazioni femministe, tutte schierate a sinistra, che ignorano il legame tra violenza e immigrazione. Citano i dati italiani: “Il 45% delle violenze sessuali è commesso da immigrati, che sono appena il 9% della popolazione”.
Lodano il governo Meloni per i risultati sul calo degli sbarchi; criticano Macron perché le accusa di fare “propaganda” ed ignora il problema.
Cruciani contro il femminismo delle “puttanate”
Parigi chiede a Cruciani quali battaglie femministe condivida e quali invece siano frutto di mera propaganda. Il giornalista ringrazia per l’invito “a eventi come Atreju e Fenix, dove il dialogo è sempre possibile” e poi parte all’attacco.
Racconta di aver ricevuto un video di un’influencer femminista che elencava regole “inclusive”. Commenta subito: “Inclusivi che non significa un ca…o, perché in Italia niente è escluso!”. Poi passa a smontarle una per una:
- Non si può dire “uomo medio” – Cruciani sbotta: “Ma ca…o, lo usiamo per indicare l’umanità, non il maschio in quanto maschio. È un concetto sociologico!”.
- Non si deve dire “la” seguito dal nome di una donna (es. la Meloni, la Concia), perchè per un uomo non si usa. Replica: “e quindi? Sono dettagli ridicoli!”.
- Non si può dire “Kamala” perché nessuno chiama Trump “Donald”. – “Ma chi la chiama Kamala, forse neanche sua sorella!”.
- Non si può dire “nazionale femminile di calcio” – “Secondo loro ghettizza le donne. Ma allora come la chiamiamo?”.
- Bandite espressioni come “persone con le palle”, o “questa ha i controcazzi” non si può dire perchè è un organo genitale maschile, idem “ho le palle piene”. – “Siamo alla follia!”.
Continua furioso: “La lingua italiana comprende tutti e tutte le declinazioni sessuali possibili!”. Ancora: “‘SindacA, assessorA, sono termini abominevoli’, e non lo dico io, ma lo diceva un Comunista con i controcogl..ni, Giorgio Napolitano.”
E conclude: “Il femminismo di oggi purtroppo si concentra su queste Puttanate!”
Concia: “Sono una femminista universalista”
La parola passa ad Anna Paola Concia, politica e attivista: “Io sono una femminista universalista. Per me la vita delle donne vale ovunque: se combatto il patriarcato in Italia, a maggior ragione lo combatto nei Paesi integralisti musulmani. Bisogna chiarire che però non tutti sono così, ci sono dei moderati”.
Riferendosi alle relatrici francesi, ammette un errore della sinistra: “Spesso sottovalutiamo il tema”, ma poi ribalta: “Parlare solo delle percentuali di immigrati significa dimenticare i reati commessi dai connazionali.” Conclude con il solito leitmotiv: “Gli uomini non si sono evoluti rispetto al mondo che avanza”.
Le francesi replicano secche: “Non conosciamo musulmani moderati. O lo sono, o sono falsi musulmani che mangiano carne di maiale e bevono vino”.
Montaruli: “Meloni Premier per merito, non per femminismo”
Il moderatore dà la parola a Augusta Montaruli, Vicecapogruppo Camera FdI: “Giorgia è diventata Presidente del Consiglio per merito, non grazie al femminismo”. Poi ringrazia GN: “Grazie per il titolo rivoluzionario di questo panel “maschi e femmine” nell’epoca del fluido”.
Dopo attacca, senza fare sconti, le scelte della sinistra: “Quando si oppongono al decreto Sicurezza, si oppongono alle donne che hanno paura di tornare a casa la sera. Essere a favore dell’utero in affitto significa mercificare il corpo della donna”.
Montaruli conclude ricordando l’assassinio di Charlie, ma rivolgendo parole di affetto alla moglie. Visibilmente emozionata (probabilmente, anche perché l’onorevole è in dolce attesa): “Chi lo ha ucciso, non ha ucciso solo lui. Ha ferito anche una donna, una moglie, una madre. Le sue parole (riferendosi al video della moglie pubblicato sui social, pochi giorni dopo l’assasinio del marito) in lacrime mi hanno profondamente commossa”.
Carnieletto: “Non maschi contro femmine, ma insieme”
Matteo Carnieletto, giornalista de La Verità, propone un’immagine diversa: “Forse questo panel poteva chiamarsi ‘Maschi insieme a Femmine’. Penso all’Odissea: Penelope disfa e rifà la tela, Ulisse rema per tornare a casa. Entrambi puntano a ricongiungersi e ‘compiono lo stesso gesto con le mani’. Non bisogna farsi la lotta, bisogna collaborare, salvaguardando le differenze».
La chiusura di Cruciani: “Libertà!”
In chiusura, Cruciani precisa le sue posizioni: “Sono a favore della GPA, del matrimonio gay, delle adozioni per coppie omosessuali. Montaruli e FdI non lo sono, ma non per questo sono omofobi o fascisti! La pensano solo diversamente!”. Poi l’affondo: “Questo però a Sinistra non lo capiscono, perché sono diventati fondamentalisti”.
Riguardo alle violenze sessuali e agli omicidi commessi in Italia, Cruciani, attacca il sistema giudiziario e i moralisti: “non è possibile che dopo alcune azioni indicibili, questi criminali possano uscire dalle carceri dopo pochi anni”.
Infine, trascina la platea in un coro liberatorio: “LIBERTÀ! LIBERTÀ! LIBERTÀ!”.
Il panel “Maschi vs Femmine” ha dimostrato che non è la differenza a dividere, ma l’uso ideologico che se ne fa. Mentre la sinistra si rifugia nel politicamente corretto e nei moralismi, a Fenix è emerso un messaggio chiaro: la libertà di pensiero non si censura, la differenza non si cancella, il futuro si costruisce insieme.