Maserada (TV), partigiano relatore all’incontro sulle foibe. De Carlo: “Basta col negazionismo. ANPI e comunisti riconoscano le colpe di quella fazione politica”

Si intitola “Un altro racconto” la serata programmata dall’ANPI di Maserada, nel Trevigiano, che vedrà come unico relatore un partigiano esule istriano. “Ancora una volta, a Maserada i partigiani e i vetero-comunisti cercano di diffondere messaggi negazionisti e giustificazionisti sul dramma delle foibe”, tuona il deputato e segretario regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo.
Poche settimane fa, il monumento alla memoria dei morti infoibati era finito nell’occhio del ciclone proprio per le polemiche tra l’ex sindaco di centrosinistra e l’attuale amministrazione: “Affidare il ricordo di uno dei drammi della nostra nazione, riconosciuto anche da una legge dello Stato, a uno dei protagonisti in negativo, addirittura un carnefice degli italiani secondo l’Unione degli Istriani, è un atto gravissimo, che punta a minimizzare la vera e propria strage di italiani condannati solo dalla loro nazionalità”, sbotta De Carlo.
La serata, per il deputato, si annuncia già piena di preconcetti, a partire dal titolo: “Il fascismo di confine e il dramma delle foibe e dell’esodo. Un altro racconto”. “Un altro racconto rispetto a quale? Quello che vuole negare le migliaia di morti infoibati? E che c’entra il fascismo? Le persone gettate in quei buchi di morte erano semplicemente italiani, padri di famiglia, donne e bambini. Il massacro delle foibe è storia nazionale, non di parte, e l’ANPI e i vetero-comunisti dovrebbero ormai averlo accettato”.
“Spero che il racconto che vorrà riportarci” conclude De Carlo “sia il suo, quello del carnefice che ha portato via di casa e consegnato agli slavi, tra gli altri, Domenico Muiesan, impiegato alla ragioneria del comune di Pirano, padre di due figlie nemmeno adolescenti, fatto uscire dalla sua abitazione con l’accusa di sottrazione di denaro pubblico – accusa poi caduta al processo – e sparito nel nulla. Non abbiamo più bisogno di giustificazionisti e di negazionisti, non c’è spazio per loro nella civiltà moderna: è tempo che chi è stato protagonista di quella tragedia riconosca le responsabilità, personali e della propria fazione politica”.

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