“Confesso: avrei voluto essere una maturanda per scegliere la traccia su Paolo Borsellino, straordinario tributo ad uno straordinario uomo”. Così, sui social, il presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. Che ha detto ancora: è “una bella opportunità per tutti gli studenti che affrontano la prima prova della maturità e un messaggio di vicinanza a chi ogni giorno si impegna per ridare a tanti giovani una nuova speranza”.
Alle sue parole fanno eco quelle del Sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti, che in una nota ha espresso “grande soddisfazione perché dopo tanti anni abbiamo una traccia dedicata alla lotta alla mafia attraverso le parole del giudice Paolo Borsellino: un ritorno importante, che richiama i ragazzi alla consapevolezza, alla responsabilità civile e alla legalità, con un messaggio di positività e di fiducia verso le nuove generazioni, che non presteranno mai il consenso alle mafie. Dobbiamo lavorare perché ciò si avveri”.
Dal canto loro i figli del giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 nella strage di via D’Amelio, si sono detti commossi per il fatto che tra le proposte per la prova scritta di italiano per la maturità 2025 “vi è un riferimento all’attenzione e alla fiducia che nostro padre riponeva nei giovani. Egli nutriva una enorme speranza nelle future generazioni ed abbiamo sempre pensato che a reggere i suoi sforzi vi fosse il senso di una prospettiva alta di cambiamento in meglio della nostra società civile. Nella sua famosa frase – se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo – è condensata tutta la speranza che la sua attività di magistrato impegnato sul fronte antimafia potesse incidere sulle coscienze di tutti i cittadini all’interno di un percorso segnato dal sacrificio di tantissime magnifiche vite umane” hanno dichiarato Lucia, Fiammetta e Manfredi Borsellino. Che hanno così concluso: “Resta in noi oggi la consapevolezza che attraverso l’odierno riconoscimento e tributo, il sacrificio di nostro padre è come un seme che sta dando i suoi frutti.
Il percorso è ancora lungo ma siamo sulla buona strada. Ci sia consentito di ringraziare la Scuola di ogni ordine e grado per tutto il lavoro di educazione alla legalità svolto in questi 33 anni e che sappiamo sarà portato avanti con nuovo entusiasmo alla luce di quanto accaduto oggi”. Anche il fratello di Borsellino, Salvatore, ha sottolineato l’importanza che un tema come quello della lotta alla mafia, portato avanti dal magistrato fino all’estremo sacrificio, “venga sottoposto ai giovani” anche perché, dice parlando a La Presse, “la mafia non è scomparsa, si è anzi rafforzata. Ha cambiato ancora una volta aspetto e proprio perché è più forte e più difficile da riconoscere è più difficile da combattere”. I giovani però – Paolo Borsellino ne era convinto – ce la possono fare. Secondo lui infatti – si legge nella traccia con la quale ieri si sono confrontati i maturandi – loro “sono perfettamente coscienti del gravissimo problema col quale noi conviviamo. E questa è la ragione per la quale, allorché mi si domanda qual è il mio atteggiamento, se cioè ci sono motivi di speranza nei confronti del futuro, io mi dichiaro sempre ottimista.
E mi dichiaro ottimista anche se so che oggi la mafia è estremamente potente, perché sono convinto che uno dei maggiori punti di forza dell’organizzazione mafiosa è il consenso. Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso e ritenere che con essa si possa vivere, certo non vinceremo tra due-tre anni. Ma credo che, se questo atteggiamento del giovani viene alimentato e incoraggiato, non sarà possibile per le organizzazioni mafiose, quando saranno questi giovani a regolare la società, trovare quel consenso che purtroppo la mia generazione diede e dà in misura notevolissima. E questo mi fa essere ottimista”.