«Roma è una città incredibile, gigantesca, caotica, spesso incomprensibile per chi come me vive gran parte del tempo in una tranquilla realtà di provincia. Però, anche se a volte ci fa un po’ arrabbiare, riesce sempre a farsi perdonare con la sua umanità e la sua Magnificenza» – scrive così Max Pezzali annunciando l’uscita del suo ultimo singolo, edito venerdì 8 novembre 2019.
Eccolo.
Ma perché In questa città è un piccolo capolavoro?
Lo spiega benissimo Spettakolo.it
Perché in poco più di tre minuti di canzone Max ritrova lo smalto dei tempi d’oro, quelli degli 883 e delle storie di provincia, mette insieme piccoli flash con grande lucidità e con la maturità dei 52 anni, tirando fuori dal cilindro non un coniglio ma addirittura… un cinghiale!
E da “forestiero ma non troppo” riesce a raccontare Roma e i romani con verità (anche topografica, cosa non da poco) come nemmeno loro stessi riuscirebbero a fare.
Nelle parole della canzone si possono trovare l’amore, l’orgoglio per la città e la sua unicità che può avere solo chi ci è nato o ci ha vissuto a lungo, che portano a chiudere un occhio e spesso anche tutti e due sui mille problemi che quotidianamente si devono affrontare, ma allo stesso tempo Max riesce a vedere Roma con la lucidità e l’obiettività che ha chi “viene da fuori”, riuscendo quindi ad analizzare la città, l’umanità che la popola e i suoi difetti meglio di tanti romani.
E allora grazie Max perchè noi non ci stancheremo mai di ascoltare le tue canzoni e tu con singoli come questi non solo ci riporti ai bei tempi degli 883, ma ci doni anche uno spaccato umano della Capitale d’Italia che non può non rinfrancare il cuore di chi si sente italiano, romano e patriota.
Ecco il testo della canzone
Era meglio se scendevo prima a Tiburtina
Siamo in mille e i taxi forse solo una decina
Però poi trovavo il tappo sulla tangenziale
A Prati Fiscali ci si può pure invecchiare
E invece qui si taglia dentro da Villa Borghese
Il taxista che mi chiede, “Lei è milanese?”
Certo che anche voi dell’Inter state messi male
A noi ci resta solo il derby della capitale
Però Tomba di Nerone sta proprio in culandia
Come c’è finito là, mi scusi la domanda
Gli rispondo solamente, “Mi ci porta il cuore
Sceglie tutto gioia e lacrime e pure il quartiere”
Chissà se stasera incontro il mio amico cinghiale
Che non è un soprannome, è proprio l’animale
Che mi sta simpatico perché ha lo sguardo triste
Ma mi fa le feste
In questa città
C’è qualcosa che non ti fa mai sentire solo
Anche quando vorrei dare un calcio a tutto
Sa farsi bella e presentarsi col vestito buono
E sussurrarmi nell’orecchio che si aggiusterà
Se no anche sti cazzi
Che se non passerà
Che se non passerà
Roma nord, Roma sud, Roma ovest est
Qui si vive in macchina come a Los Angeles
Si capisce, sei del nord che guidi da sfigato
Mentre il fiume scorre lento tra i campi di paddle
Gli SH fanno a gara con le macchinette
SUV di cinque metri in strade sempre troppo strette
Meglio starsene rinchiusi nel proprio quartiere
Tranne sabato che andiamo tutti a pranzo al mare
C’ho un amico che sta all’EUR, però arrivarci è un viaggio
C’ho un amico a mare in centro, ma non c’è parcheggio
E ne ho pure uno a Trastevere, ma il varco è attivo
Ma è un amico e mi capisce quando arrivo, arrivo
Pariolini alternativi, coatti ripuliti
Gente che lavoro duro e suola ben vestiti
Tre milioni di persone in questo frullatore
Che non puoi lasciare
In questa città
C’è qualcosa che non ti fa mai sentire solo
Anche quando vorrei dare un calcio a tutto sa
Farsi bella e presentarsi col vestito buono
E sussurrarmi nell’orecchio che si aggiusterà
Se no anche sti cazzi
Che se non passerà
Tu vieni su al Gianicolo a guardare la città