Theresa May ha annunciato che modificherà nuovamente l’accordo per cercare di venire incontro al Parlamento, attualmente diviso su tre versioni diverse dello stesso documento, ma che questa è l’ultima volta e dopo si pagherà il conto che potrebbe essere quello di una Brexit senza accordo o, peggio ancora, quello di dover rinunciare alla Brexit stessa. Inaccettabile soprattutto quest’ultima possibilità per un inglese, considerando che il popolo si è espresso chiaramente con un referendum, e da quelle parti venire meno al volere del popolo è qualcosa che ancora preoccupa e scandalizza.
Ciononostante, le grandissime difficoltà incontrare dalla May mostrano come poteri forti e occulti abbiano la capacità di interferire anche in quelle che tutti considerano “democrazie inattaccabili”. E se tutto questo avviene in Gran Bretagna, che tra l’altro con la UE non condivideva nemmeno la moneta, cosa sarebbe potuto accadere a noi se davvero gli italiani si fossero seriamente espressi contro questa Europa di finanzieri, faccendieri, intrallazzatori e banditi?
Lasciamo la domanda in sospeso e torniamo al di là della Manica, visto che per ora i famigerati “sorci verdi” scorrazzano da quelle parti. Theresa May, tenterà un ultima disperata azione a favore del suo accordo Brexit, non prima però di aver lanciato un severo monito ai ribelli che dovrebbero approvare la sua offerta entro la prossima settimana, oppure affrontare tutto quello che potrebbe accadere. Lei, povera donna, ha già fatto il suo, se non altro facendosi umiliare giornalmente ormai da settimane, fino a mercoledì scorso, quando il suo governo ha dovuto abbassare la testa per l’ennesima volta nei riguardi di un parlamento scatenato e chiassoso. Intanto, in una notte che passerà alla storia come tra le più tormentate della democrazia inglese, quattro ministri del governo, Amber Rudd, David Mundell, David Gauke e Greg Clark, in aperto disaccordo col loro stesso partito, di cui presto avranno notizie e immaginiamo non saranno liete, si sono rifiutati di votare contro la stessa mozione del governo dopo che il testo era stato modificato per escludere qualsiasi prospettiva di no-deal Brexit.
Altri sei ministri del governo, si sono fatti attrarre da una proposta separata che pure la May aveva segnalato loro come già superata e praticamente cancellata.
Proprio oggi la May si è riservata di portare un’ennesima versione dell’accordo Brexit in parlamento, così che si decida una volta e per tutte e, in ogni caso, ognuno si prenda pubblicamente le sue responsabilità. “Se i parlamentari dovessero trovare un accordo” , ha detto Theresa, “si tratterebbe solo di scrivere una breve postilla tecnica all’articolo 50, da votare la prossima settimana.”
Di contro, senza nessun accordo, si rischierebbe di andare alle elezioni europee con la Gran Bretagna che dovrebbe schierare i suoi candidati, già sapendo che gli stessi si dovrebbero poi ritirare dal Parlamento europeo. Si tratterebbe di una costosa e ridicola pantomima che farebbe ridere della Gran Bretagna tutto il mondo.