La vignetta di Vauro, pubblicata dal Fatto Quotidiano, su Giorgia Meloni per l’incontro in USA con Trump, non è ironia, non è provocazione, non è nemmeno sarcasmo: è puro odio sessista. Una rappresentazione volgare, lurida, intrisa di stereotipi da osteria. Il coraggio non sta nell’insultare una donna potente. Il vero coraggio sarebbe riconoscere che certa sinistra ha un problema: si crede moralmente superiore, ma non ha più nemmeno la decenza.
Il tutto per screditare una donna che ha avuto l’audacia di arrivare — da sola — dove loro non sono mai arrivati. Chi si riempie la bocca di ‘diritti delle donne’ e di ‘linguaggio d’odio’, oggi tace. Perché quando l’odio viene da sinistra, diventa improvvisamente tollerabile. Anzi, viene stampato e diffuso con orgoglio. È questa la libertà d’espressione che rivendicano? Il diritto di vomitare sessismo purché indirizzato alla donna ‘sbagliata’? Ciò che fa davvero orrore è l’ipocrisia di chi ospita questo fango, di chi lo condivide, di chi lo difende. Perché il coraggio non sta nell’insultare una donna potente. Il vero coraggio sarebbe riconoscere che certa sinistra ha un problema: si crede moralmente superiore, ma non ha più nemmeno la decenza.
Ma non solo. Le immagini della vignetta del recidivo Vauro sono a dir poco di cattivo gusto, volgari e irrispettose. La chiamano satira difendendone la ratio come se tutto fosse concesso sotto l’egida della libertà di dire, scrivere e disegnare di tutto, ma non lo è. Soprattutto non lo è il sessismo, a prescindere dal colore politico. Quelle parole e quei tratti di matita rappresentano un’offesa per tutte le donne ed in particolare per la Premier Meloni che invece, fra gli altri, ha il merito di aver portato l’Italia a tornare protagonista sulla scena internazionale. Non stupise che da una sinistra ottusa, incapace e anti italiana non ci siano applausi per il grande risultato diplomatico di Giorgia Meloni, ma almeno evitino gli insulti. Siamo di fronte ad una sinistra che, in grande difficoltà, ha evidentemente perso il senso del limite e della decenza.