Ogni volta che la sinistra italiana – giornaloni inclusi – prova a dipingere Giorgia Meloni come una leader “isolata”, ogni volta che le loro penne velenose evocano scenari apocalittici di emarginazione diplomatica, la realtà si incarica puntualmente di smentirli. Platealmente. Senza appello.
È successo di nuovo ieri, con il vertice trilaterale di Palazzo Chigi che ha visto la premier italiana fianco a fianco con JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Un incontro di massimo livello istituzionale, carico di significato strategico e simbolico. Altro che isolamento: Meloni è ormai un riferimento politico per l’Occidente che conta.
Roma capitale del dialogo transatlantico
Chi ha occhi per vedere non può negarlo: Roma torna a essere crocevia del dialogo globale. E non grazie a un qualche inciucio o a genuflessioni ideologiche, ma per merito della credibilità personale e politica di Giorgia Meloni, capace di far dialogare Bruxelles e Washington, von der Leyen e Vance, conservatori e popolari, Stati Uniti e Unione Europea. Una prova di forza e autorevolezza che pochi, oggi, sono in grado di replicare nel panorama internazionale.
Il vicepresidente Vance ha ringraziato pubblicamente la premier italiana, parlando non solo a nome proprio, ma anche del presidente Trump, dicendo chiaro e tondo che Meloni “è un’amica” e che “l’Italia ha costruito ponti”. Un’investitura senza ambiguità. Una consacrazione pubblica del ruolo di leadership italiana.
La sinistra si arrampica sugli specchi
E mentre tutto questo accade, cosa fa la sinistra italiana? Balbetta, ironizza, cerca disperatamente titoli sarcastici con cui negare l’evidenza. Sono gli stessi che per mesi hanno dipinto Meloni come una minaccia per la democrazia e un’anomalia nella comunità internazionale. Gli stessi che, con l’arroganza di chi ha perso il contatto con il Paese reale, avevano pronosticato gelo diplomatico, porte chiuse e imbarazzi internazionali.
Oggi, quegli stessi dovrebbero avere almeno la dignità di tacere e la decenza di nascondersi. Ma è chiedere troppo.
Una lezione che la sinistra dovrebbe incassare e imparare
L’incontro di ieri è molto più di una foto istituzionale. È una prova concreta che l’Italia, quando guidata da chi la ama davvero, può tornare protagonista. Non come gregario, ma come ponte, mediatrice, forza attiva nelle grandi partite globali. Meloni lo sta facendo con coerenza, visione e determinazione. Il resto è solo fumo ideologico di chi tifa contro il proprio Paese.