Meloni di nuovo in Tunisia dopo cinque giorni dalla sua ultima missione nel Mediterraneo, accompagnata questa volta dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il primo Ministro Olandese Mark Rutte. I tre leader hanno avuto modo di confrontarsi in un lungo colloquio con il Primo Ministro Najla Bouden e il Presidente Saïed.
Come promesso, l’Italia ha mantenuto gli impegni presi ed è riuscita a farsi portavoce delle esigenze della Tunisia, che deve essere una priorità europea perché, se non adeguatamente affrontata, rischia di diventare la prima tessera di un domino mediterraneo.
Il Paese africano è infatti caratterizzato da una forte instabilità politica, sociale ed economica, che lo rendono tra le altre cose il primo Stato di partenza verso l’Italia sebbene, grazie alle politiche attuate dal governo Meloni, nel mese di maggio il numero di migranti sbarcati in Italia si sia sensibilmente ridotto.
È dunque importante la visita dal sapore tutto europeo di questa domenica, che ha reso nei fatti la Tunisia un problema comune a cui dedicare massima attenzione.
Al termine dell’incontro sono state rilasciate delle dichiarazioni in alla stampa, in cui, rispondendo all’appello italiano, Ue e Tunisi hanno concordato di lavorare insieme alla realizzazione di un ampio pacchetto di partenariato volto a rafforzare i legami tra le parti ed a creare benefici reciproci.
Le misure più rilevanti riguardano: il supporto finanziario, con un prestito fino a 900 milioni, condizionato al perseguimento del programma di riforme già supportato dal Fondo Monetario Internazionale; il rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali attraverso, ad esempio, il supporto e la facilitazione di investimenti nel settore dell’educazione e delle infrastrutture; transizione energetica e verde e la migrazione, con un pacchetto di aiuti di 105 milioni di euro, unitamente al portare avanti un lavoro congiunto per il contrasto alla migrazione irregolare e la gestione delle frontiere, la registrazione dei migranti ed i rimpatri nel pieno rispetto dei diritti umani.
Questi strumenti sono da intendersi come un primo passo verso quel tanto agognato accordo tra la Tunisia e il Fondo Monetario Internazionale, che ora appare più vicino e di conseguenza più vicina è anche la risoluzione complessiva del problema tunisino.
In questa occasione l’Italia si è posta come mediatore del Mediterraneo, riuscendo per l’appunto a offrire maggiori probabilità di accordi tra Tunisia e FMI.
Ma non solo l’Italia è stata ascoltata e seguita in questa operazione dell’UE, ma è stata promotrice attiva nella risoluzione di una crisi dai grandissimi effetti negativi per tutta l’area.
Ed è solo una delle tante dimostrazioni di come sia cambiata la politica estera con il Governo Meloni, oggi orientata al perseguimento dell’interesse nazionale, ma senza acquisire posture predatorie nei confronti degli altri Paesi. Un approccio che è coerente con tutti quei valori alla base del Piano Mattei per l’Africa, con il quale il Governo mira a rendere l’Italia un hub energetico di primaria importanza e cambiare il paradigma con cui si pensa al continente africano al fine di favorirne la stabilizzazione e la prosperità a beneficio di tutti.
La visita dell’11 giugno è un messaggio chiaro e importante di come il nostro Paese non solo stia cambiando agli occhi del mondo, ma di come riesca anche a contribuire al riequilibrio geopolitico, grazie alla lungimiranza e alla concretezza della sua politica internazionale. L’Italia viene finalmente ascoltata e seguita, e lo conferma la rapidità con cui si è svolta questa missione. Ma va oltre. Perché diviene protagonista della politica estera andando ad agire in prima persona, conquistandosi così non solo il rispetto, ma anche l’ammirazione degli altri paesi europei e non, che ora più che mai vedono la nostra nazione come punto di interesse strategico con cui comunicare e collaborare.