Meloni: stabilità, coerenza e dialogo atlantico. Il bilancio di governo nei 900 giorni di Palazzo Chigi

Un governo stabile, tra promesse mantenute e sfide aperte

Nell’intervista concessa ad Adnkronos, Giorgia Meloni traccia un bilancio politico e strategico dei primi 900 giorni di governo. “Siamo il quinto esecutivo più longevo della Repubblica”, rivendica, segnalando una stabilità interna rara nella storia recente italiana. Una coesione politica che – secondo il presidente del Consiglio – accresce il rispetto dell’Italia a livello internazionale.

Più che ai singoli provvedimenti, Meloni guarda al clima sociale: “La cosa per me più importante è sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po’ di fiducia e di orgoglio”.

Economia e lavoro: numeri e strategia

Il governo, afferma Meloni, ha creato oltre un milione di posti di lavoro, con un record sull’occupazione femminile e una quota significativa di contratti stabili. La direzione è chiara: rafforzare il lavoro e la sicurezza occupazionale, con oltre 1,25 miliardi investiti per la sicurezza sul posto di lavoro, anche grazie alla collaborazione con l’INAIL. L’8 maggio è atteso un confronto con le parti sociali.

Sui salari, la premier respinge la lettura secondo cui il presidente Mattarella avrebbe denunciato la crisi del potere d’acquisto: “Dal 2024 si assiste a una ripresa”, ribadisce Meloni, sottolineando taglio del cuneo fiscale, bonus bollette e incentivi per le assunzioni.

Natalità ed energia: le sfide irrisolte

Due le grandi criticità ammesse con franchezza: natalità e costo dell’energia. Nonostante misure e risorse, “i risultati sono ancora insufficienti”. L’invito è culturale prima che economico: “Serve cambiare la narrazione secondo cui mettere al mondo un figlio sia un ostacolo alle ambizioni”.

Sul fronte energetico, l’obiettivo è strutturale: “Abbassare il costo dell’energia è fondamentale per la competitività del sistema Italia”.

Premierato e grandi opere: la via italiana alla riforma

Due i simboli del programma di governo:

  • Il Ponte sullo Stretto: “Non possiamo intimidirci per un ponte”.
  • Il Premierato: “La madre di tutte le riforme”.

Per Meloni, rafforzare l’esecutivo e la possibilità per i cittadini di scegliere da chi farsi governare significa rafforzare la democrazia.

Trump, Von der Leyen, Macron: l’Italia come mediatore atlantico

In politica estera Meloni rivendica l’equilibrio tra lealtà all’alleanza atlantica e difesa dell’interesse nazionale: “Con Trump, leali ma non subalterni”. Ringrazia il presidente USA per il ripristino del Columbus Day e lavora a evitare un’escalation di dazi tra UE e USA.

Con Ursula von der Leyen, i rapporti sono “franchi e costruttivi”, mentre con Macron emerge “una sana competizione”, ma anche una crescente collaborazione su molti dossier.

Nuovi equilibri anche con Keir Starmer e Friedrich Merz: pragmatismo e cooperazione sono le parole chiave.

Antifascismo, odio politico e informazione: i temi sensibili

Meloni denuncia attacchi sessisti, strumentalizzazioni politiche e un ritorno di odio ideologico “in minoranze rumorose”. Lancia un monito alle nuove generazioni contro “i cattivi maestri” e chi giustifica la violenza come strumento politico.

Rifiuta la retorica antifascista come strumento divisivo, e ribadisce che “la destra non ha alcun imbarazzo a condannare ogni dittatura”.

Libertà di stampa e social: nessuna egemonia, ma garanzie

Respingendo le accuse di limitazione della libertà d’informazione, Meloni sottolinea che in Italia la stampa è libera e combattiva, anche sulla RAI: “Non sostituiremo un’egemonia con un’altra”. Sul ruolo dei social avverte: “La lotta alla disinformazione non può diventare censura”.

Carceri: edilizia e umanità, non svuotacarceri

Richiamando le parole di Papa Francesco, Meloni riconosce le criticità del sistema penitenziario ma respinge ipotesi di indulto. L’obiettivo è aumentare di 10.000 posti la capienza carceraria entro fine legislatura, migliorando al tempo stesso le condizioni di vita dei detenuti e di lavoro degli agenti.

Una narrazione capovolta: “Ve lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto”

Il messaggio conclusivo di Meloni è chiaro: la credibilità si misura sulla coerenza, non sull’apparenza. “Voglio poter dire agli italiani: ve lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto”.

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