Dall’inizio dell’emergenza pandemica le amministrazioni italiane hanno assegnato quasi 5 miliardi di euro per la fornitura di materiali necessari al contenimento del contagio. Di questi, 1,7 miliardi sono andati a imprese straniere.
Più del 90% di questi importi sono stati vinti da imprese cinesi, che hanno fornito soprattutto mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, principalmente nei primi mesi dell’emergenza.
La scelta del governo italiano è stata procedere ad acquisti massivi e senza gara d’appalto per l’approvvigionamento dei beni necessari che, soprattutto nei mesi iniziali, non poteva essere soddisfatto dalla produzione nazionale. Se è vero che il fattore rapidità durante una pandemia è fondamentale, però è altrettanto importante che ci sia la massima trasparenza sugli acquisti emergenziali, proprio perché effettuati in deroga alle leggi ordinarie.
La Fondazione Open Polis ha creato un osservatorio sui bandi pubblici per il Covid-19, in cui sono stati monitorati gli acquisti in emergenza da parte delle amministrazioni italiane (https://bandicovid.openpolis. it/). Come potrete vedere accedendo al link al 17 novembre 2020 sono stati rilevati 9.000 lotti di gara indetti dalle pubbliche amministrazioni italiane, pari a un importo a base d’asta di 14,13 miliardi di euro, di cui 4,17 all’interno di accordi quadro. Quest’ultima procedura prevede un affidamento diretto all’impresa, ma in seguito alla conclusione di una convenzione con una serie di aziende fornitrici.
Durissima l’accusa di Giorgia Meloni che, riprendendo un articolo uscito nel nostro giornale, evidenzia come l’esecutivo italiano abbia assegnato un terzo dei bandi per gestire l’emergenza Covid ad aziende cinesi. “Numeri inquietanti che certificano l’assoluta dipendenza dell’esecutivo pentapiddino dal regime di Pechino: la disgrazia nella disgrazia è dover affrontare un’emergenza sanitaria, sociale ed economica, con un governo totalmente asservito agli interessi stranieri“.
Infine l’affondo al supercommissario Domenico Arcuri: “Le enormi cifre gestite da Arcuri dovevano essere messe a disposizione delle aziende italiane, sostenendo gli investimenti per la riconversione e per la produzione in casa di tutto ciò che serviva a gestire l’emergenza“. “Questa è la peggiore classe politica della storia repubblicana: incapace, priva di visione, asservita a interessi stranieri e animata solo dall’esigenza di fare carriera e garantirsi la poltrona“, ha concluso Meloni.