Si è tenuta oggi, 7 marzo, l’informativa del Ministro Piantedosi sul naufragio di una imbarcazione di migranti al largo delle coste di Steccato di Cutro.
Il Ministro ha riferito alle Camere a partire dalle ore 13.00, ripercorrendo il viaggio dei migranti fino a Cutro, attraverso il racconto dei sopravvissuti oltre che sulla base dalle segnalazioni ricevute dalle autorità competenti. Dalle dichiarazioni è emerso che solo alle 4.30 del mattino del 26 febbraio scorso sarebbero giunte alla Guardia Costiera segnalazioni telefoniche relative ad una “imbarcazione in pericolo” e ad un “naufragio”. Fino a quel momento, dunque, l’operazione sarebbe stata gestita come attività di “law enforcement”, e non di ricerca e soccorso, visto che dalla nave non sarebbe stato lanciato nessun segnale di SOS e che secondo la ricostruzione di Frontex (la ‘Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) non ci sarebbero stati “segni di pericolo”, quindi avendo appurato una mancanza di elementi di criticità.
La capacità delle nostre unità navali è stata dunque efficiente, considerando le tempistiche delle comunicazioni sullo stato dell’imbarcazione, e ci si è prontamente adoperati per assicurare il soccorso e l’assistenza dei migranti, perché, come ribadito dal Ministro dell’Interno: “La tutela della vita ha sempre la priorità”.
Durante la sua informativa, Piantedosi ha ribadito che occorre agire nel superiore interesse della tutela della vita umana, attraverso un’attività di cooperazione che deve avvenire in maniera sinergica tra tutti gli attori coinvolti.
Proprio in virtù di ciò, la premier Giorgia Meloni all’indomani del naufragio ha scritto al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al primo ministro di Svezia, presidente di turno dell’Ue, Ulf Kristersson, per sollecitare un intervento comune in tema di migrazione.
Un primo segnale positivo è stato ricevuto: “Abbiamo risposto alla lettera della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. È stata riconosciuta la necessità di trovare soluzioni sostenibili e a lungo termine. Viene ribadita la necessità di raddoppiare gli sforzi sul Patto per le migrazioni e allo stesso tempo di agire ora, con misure operative mirate e la necessità di affrontare le migrazioni in maniera olistica attraverso tutti i pilatri che vanno dalla protezione internazionale ai rimpatri, alla lotta alla rete dei trafficanti, all’offerta di corridoio per le migrazioni legali”, così ha riferito la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper.
Queste dichiarazioni dunque si pongono a favore della posizione sostenuta dall’Italia,
che, soprattutto con il nuovo Governo, chiede fermamente un coinvolgimento dell’Europa per affrontare un tema che è tutt’altro che meramente nazionale.
“L’Italia non può rimanere più sola ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Non vogliamo più ritrovarci a piangere tragedie come quella avvenuta a Cutro: è nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie simili si ripetano. Per questo motivo il governo italiano continuerà la sua battaglia per fermare i trafficanti di esseri umani e le morti in mare”, questo è quanto affermato in questi giorni dal Presidente Giorgia Meloni.
Occorre sottolineare che la tragedia di Cutro rappresenta solo uno dei tanti drammatici episodi connessi alla più grande questione migratoria, che affligge l’intero continente da prima del 2015, e che è necessario affrontare, ora più che mai, secondo un’ottica comune e inquadrandone le cause primarie.
L’assenza di una ferrea e chiara regolamentazione dei flussi migratori e il mancato supporto a favore dei Paesi di partenza, rende inevitabile un proseguio della migrazione illegale, con conseguenze drammatiche come quelle verificatesi lo scorso 26 febbraio.
La vicenda di Cutro deve quindi ricordare l’importanza e il ruolo imprescindibile che devono giocare anche le istituzioni europee all’interno della questione migranti. Ancora una volta l’Italia si pone dalla parte dei più fragili, condannando fermamente il traffico degli esseri umani e contrastando le azioni degli scafisti.
Occorre fermare una volta per tutte l’immigrazione illegale, gestendo in maniera ordinata e congiunta i flussi legali, e dunque sostenendo l’inclusione degli immigrati regolari.
Ma è necessario, soprattutto, intervenire in maniera diretta nei Paesi di partenza. Il Governo sta già lavorando in maniera assidua su questo tema, tanto che il Premier ha già incontrato, tra gli altri, le autorità di diversi Paesi del Nord Africa (tra cui, fondamentale, la Libia). Ed è proprio da qui che occorre ripartire per una difesa dei confini nazionali ed europei, realizzando finalmente un’intesa proficua nel Mediterraneo, eliminando le irregolarità dei flussi migratori e ponendo fine alle drammatiche vicende che caratterizzano quest’area da oltre un decennio.