Giorgia Meloni convince Ursula von der Leyen a fare fronte comune contro la crisi migratoria. Oggi è la volta di Lampedusa, l’isola che oramai è arrivata ad una situazione di collasso in termini di arrivi dei migranti, e che non è stata di certo aiutata da alcune misure di non-accoglienza messe in campo, in particolare, da Germania, Francia e Austria, sebbene successivamente il presidente francese, Emmanuel Macron, in un colloquio con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è detto d’accordo sul rafforzamento della cooperazione a livello europeo per trovare soluzioni efficaci immediate e a lungo termine alla crisi migratoria, tanto che i due hanno discusso “dell’azione congiunta che potrebbe essere intrapresa nel Mediterraneo centrale, della prevenzione delle partenze con i Paesi di origine e di transito e, infine, del seguito da dare in Europa nell’ambito del Patto sulla migrazione per rispondere ai flussi migratori irregolari a lungo termine”. A porre ulteriore ‘rimedio’ alla sospensione del meccanismo volontario di solidarietà è stato anche un colloquio telefonico a cinque tra i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania, Spagna e con la commissaria europea per gli Affari Interni Yilva Johansson, durante il quale “è emersa la volontà̀ comune di affrontare in modo concreto e con un taglio operativo la questione migratoria”, in particolare “per bloccare all’origine le partenze”.
Tuttavia, la situazione italiana in termini di sbarchi si è acuita al punto che dall’11 al 13 settembre del 2023 sono arrivati a Lampedusa oltre 10mila migranti. Un numero record di arrivi che ha determinato una situazione di critico sovraffollamento dell’hotspot dell’isola, dove il 13 settembre erano presenti circa 7mila migranti a fronte di una capienza massima di 400 persone. Pertanto, è stata inviata una lettera dal premier italiano venerdì – 15 settembre- alla Presidente della Commissione Europea, che ha immediatamente accettato l’invito ed è arrivata oggi- 17 settembre- sui luoghi della crisi per vedere con i propri occhi l’emergenza a cui occorre dare una soluzione concreta e nel minor tempo possibile.
Dopo la visita sull’isola, i due leader hanno tenuto dichiarazioni congiunte presso l’aeroporto dell’isola.
Il Presidente Meloni ha sottolineato come la presenza della von der Leyen non sia solamente un “gesto di solidarietà europea verso l’Italia, quanto un gesto di responsabilità dell’Europa verso se stessa. Perché questi sono i confini dell’Italia, ma sono anche i confini dell’Europa”.
Il problema che drammaticamente affligge Lampedusa, e non solo, è un problema che “va affrontato da tutti”, perché qui è in gioco il “futuro che l’Europa vuole darsi”, dal momento che il futuro dell’Ue “dipende dalle capacità che l’Europa ha di affrontare le grandi sfide epocali del nostro tempo. E quella dell’immigrazione illegale è sicuramente una di queste sfide epocali”, ha dichiarato il premier italiano. Servono soluzioni “serie, complesse e durature”, che siano portate avanti in maniera congiunta da ogni Paese, perché occorre che “lavoriamo tutti nella stessa direzione”. Solamente così sarà possibile imprimere una svolta e risolvere davvero il problema dei migranti illegali.
“L’unico modo per affrontare seriamente il problema è lavorare sulla dimensione esterna e fermare le partenze illegali degli immigrati”, è questo il primo aspetto da cui partire per prendere consapevolezza che la gestione dei flussi migratori illegali necessita di una svolta ed è un qualcosa che non ci viene chiesto solo dai “cittadini europei, ma anche dai migranti legali e dai rifugiati”.
Giorgia Meloni ha presentato le proposte che porta avanti dall’insediamento del nuovo governo:
accordi strutturali con i paesi del Nordafrica per fermare le partenze e per evitare il dramma delle morti in mare; lotta più incisiva contro i trafficanti di esseri umani, anche uniformando le legislazioni dei paesi coinvolti (così come si è iniziato a fare con la Conferenza sullo sviluppo e la migrazione con tutti i paesi del Mediterraneo allargato, anche e soprattutto per lavorare su questo fronte); quote di immigrazione legale concordate soprattutto con i paesi che collaborano; efficace missione europea navale per contrastare gli scafisti e le partenze irregolari; strumenti più efficaci di rimpatrio degli immigrati illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea, non dai singoli stati nazionali; maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite, che oramai appare più che necessario.
“Il primo segnale di questa strategia che è condivisa dall’Ue, è il memorandum che abbiamo siglato con la Tunisia. Segnale molto importante per il quale voglio ringraziare Ursula von der Leyen e sul quale bisogna riuscire oggi ad essere veloci e incisivi”, ha aggiunto commentando l’approccio italiano, e definendo il memorandum tunisino un “memorandum può essere propedeutico ad altri accordi con altri paesi del Nord Africa, e che dimostra un’Europa che offre il proprio contributo, chiedendo un contributo di responsabilità in cambio”.
“Siamo di fronte ad una portata tale in termini di flussi migratori che se non lavoriamo seriamente e tutti insieme sul contrasto alle partenze illegali in numeri di questo fenomeno travolgeranno prima gli stati di frontiera, ma poi tutti gli altri”, ha concluso il premier, ribadendo la necessità di prendere consapevolezza della situazione e di agire insieme per evitare che si arrivi ad una situazione di emergenza a livello europeo e internazionale, più di quanto non lo sia già adesso.
Meloni ha altresì colto l’occasione per comunicare che nel Consiglio dei Ministri di domani “ci occuperemo del sistema di trattenimento dei centri di rimpatrio che non riguarderà i più fragili come donne o minori under 14. La loro questione verrà trattata a parte”, e, sul fronte Ue, ha detto di essere fiduciosa per il prossimo Consiglio europeo di ottobre, “al quale porteremo il tema dell’emergenza sbarchi e contrasto dell’immigrazione illegale. Arriveranno le soluzioni, sono ottimista che la posizione italiana si ampiamente condivisa”.
Nel suo intervento, la Presidente della Commissione ha confermato come quella dell’immigrazione illegale “è una sfida europea che richiede una risposta europea”, promuovendo così la linea portata avanti dall’Italia con Giorgia Meloni. “Saremo noi a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti”, ha precisato, aggiungendo che “i trafficanti sono spietati e bugiardi che fanno milioni e milioni sulle persone attraendole in trappola facendo loro rischiare la vita. Questo è il motivo per cui dobbiamo usare il pugno duro”.
“La migrazione è una sfida europea che ha bisogno di una risposta e di una soluzione europea. Ed è con azioni concrete, con solidarietà e unità, che possiamo portare a cambiamenti”, ha detto von der Leyen, proseguendo poi con la presentazione del piano di risposta alla migrazione illegale, articolato in dieci punti.
Nel primo punto, la presidente della Commissione ha offerto il supporto dell’Ue all’Italia per la gestione dei flussi migratori in arrivo dalla rotta mediterranea, attraverso il sostegno della Commissione europea e dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo e di Frontex, per affrontare questa crisi immediata. “L’Agenzia può aiutare a gestire l’elevato numero di migranti, e può anche aiutare con la registrazione degli arrivi, il rilevamento delle impronte digitali, oltre a effettuare altre operazioni”, ha dichiarato von der Leyen. Il secondo punto esorta gli altri Stati membri a trasferire i migranti fuori dall’Italia. Il terzo punto offre il sostegno di Frontex per garantire un rapido ritorno dei migranti nei loro Paesi d’origine se non hanno diritto all’asilo. “Parleremo coni Paesi di origine per facilitare questo processo”, ha detto von der Leyen.
Un altro punto prevede il dialogo con i Paesi di partenza: “Combattere insieme contro trafficanti”. Inoltre, secondo la presidente della Commissione Ue, “dobbiamo migliorare la sorveglianza navale e aerea con Frontex. Dobbiamo esplorare le opzioni per estendere ed eventualmente aggiungere missioni navali”. Infine occorre “agire contro le strutture logistiche dei trafficanti e per questo abbiamo bisogno dell’aiuto delle autorità italiane per distruggere le imbarcazioni dei trafficanti”. Secondo von der Leyen “l’Agenzia europea per l’asilo deve migliorare il sostegno all’Italia per accelerare le procedure. Chi non ha titolo per l’asilo deve tornare al Paese d’origine”. Inoltre servono “misure più efficaci contro scafisti e trafficanti, con dei corridoi umanitari e dei percorsi legali. È importante spezzare il circolo vizioso della narrativa dei trafficanti”. Infine, serve un lavoro con la Tunisia “per l’attuazione dell’ufficio internazionale migranti dando vita a nuovi progetti e a uno stanziamento di fondi per la Tunisia”.
“Voglio dire a tutti voi che migrazione è una sfida europea e richiede una risposta europea, attraverso risposte concrete che diano risultati, e solo con la solidarietà raggiungeremo questo obiettivo”, ha concluso von der Leyen.
La condivisione alle coordinate proposte dall’Italia e alle sue richieste è arrivata anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che su ‘X’ ha scritto: “La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea. Nessuno Stato membro sarà lasciato solo. Faremo il punto sulla migrazione al vertice informale di Granada. Sarà un’opportunità per rivedere i progressi compiuti da giugno e guardare avanti alla nostra discussione di fine ottobre”.
La visita della Presidente della Commissione europea a Lampedusa, dopo soli due giorni dall’invito del premier italiano, è un chiaro segno di svolta nell’approccio europeo alla migrazione illegale. Tale visita rappresenta, infatti, una presa di responsabilità da parte dell’Unione europea rispetto al problema della gestione dei flussi migratori, e testimonia come le istanze del governo italiano siano ascoltate a livello comunitario.
Tanto è che i dieci punti presentati dalla presidente della Commissione Ue comprendono le principali proposte italiane, sia sul piano di un rinnovato modello di cooperazione con l’Africa, sia per quanto riguarda una nuova missione navale nel Mediterraneo per intensificare la sorveglianza marittima e aerea delle frontiere, sia per quanto riguarda l’approccio europeo al problema della gestione dei flussi migratori.
Il governo italiano e la premier lavorano incessantemente sia a livello italiano sia a livello europeo e internazionale per ripristinare la legalità e combattere l’immigrazione illegale e la tratta di esseri umani, nonostante i boicottaggi messi in atto dalla sinistra europea, per far saltare, come prima cosa, l’accordo Ue-Tunisia, visto evidentemente come un cambio di paradigma rispetto al precedente sistema di potere.
L’Unione Europea ha finalmente preso consapevolezza della sua responsabilità su questo fronte, grazie soprattutto all’attenzione che l’Italia ha posto sulla tematica, capovolgendo la chiave di lettura che finora era stata fornita.
La migrazione illegale è una piaga dell’Europa che necessita di una risposta seria, rapida e strutturale, e che, soprattutto, deve prevedere il lavoro da parte di tutti gli Stati membri. Perché il rischio che questa problematica travolga in maniera drammatica l’intera Unione è molto più che reale, e per evitare il collasso dell’intero assetto europeo è fondamentale agire ora, prima che sia troppo tardi.
Questo approccio è da mesi indicato dal governo italiano, che si è posto in prima linea per trovare una soluzione comune. Nonostante la reticenza di alcuni paesi, la visione italiana è ampiamente condivisa e gode dell’appoggio dell’Ue, che anche in questa domenica di settembre ha mostrato la propria volontà di proseguire in un cammino comune, abbracciando appieno quel percorso tracciato sin dall’inizio dall’Italia.