L’ipocrisia di Boeri e della scuola milanese di ricoprire il cemento con la verdura…
“La questione milanese non è giudiziaria, è culturale e sociale. Per questo motivo la Giunta Sala ha fallito e per lo stesso motivo occorre aprire un dibattito vero sul futuro delle città o sulle città del futuro. Ricordo a tutti -ma proprio a tutti- che la città ideale italiana, quella che ci è stata trasmessa nella millenaria tradizione urbanistica e architettonica, e che non è passatista perché si è rigenerata e aggiornata nei secoli, è una città ospitale, a basso impatto ambientale, con aree verdi e ariose, con parti umbratili anche nelle zone interne, con luoghi d’incontro a misura d’uomo, cioè opposte a ogni forma di gigantismo: i quartieri ghetto liberal-sovietici e la cosiddetta città verticale sono due facce della stessa medaglia. Abbiamo conosciuto la desolazione della prima, su cui tardivamente gli urbanisti di oggi si stanno pentendo, sarebbe anacronistico prendere gli stessi parallelepipedi mostruosi sdraiati in terra e tirarli su in verticale.
Significherebbe non aver imparato la lezione. L’ipocrisia di Boeri e della scuola milanese di ricoprire il cemento con la verdura è una risposta fallimentare, da intellighenzia rossa. C’è un partito trasversale dello sviluppo verticale che vede nei grattacieli un’opzione possibile. L’Italia non è New York né Shangai. Voglio ricordare che Berlusconi, l’immobiliarista patron dell’economia reale nemico dell’economia finanziaria, realizzò Milano2, aggiornando negli anni ’80 il modello italiano della città giardino, recuperando principi di vivibilità, verde, socialità, realizzando case destinate al ceto medio che restano un modello comunitario, con luoghi di partecipazione e scambio dove si sviluppano radicamento e senso d’appartenenza. Cosa diversa è asservire le città agli interessi famelici dei fondi immobiliari, che a loro volta piegano imprese, professionisti e acquirenti ad architetture apolidi e contro natura.
Città per fighetti e per ricchi che grattano il cielo, immergono case di 4-5 piani e cattedrali gotiche in fosse circondate da mostri che tolgono paesaggio, aria e luce. A beneficio di speculatori senza scrupoli che, incontrati inevitabili ostacoli amministrativi, forzano ogni procedura per moltiplicare i profitti e illudere un pezzo d’Italia che occorre somigliare a Dubai. Ma noi non siamo gli Emirati arabi e la meravigliosa Milano interclassista che abbiamo conosciuto non è Doha. I fondi speculativi alla ricerca di altri territori da saccheggiare trovino in Italia la resistenza incontrata in altre capitali e città europee, a difesa dell’identità perduta nella Milano del Pd. È questa la responsabilità politica del sindaco Sala. Fermo restando il principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, quello che ‘ha costruito’ nel corso del suo mandato è l’esatto contrario dell’idea di città che il centrodestra deve difendere, contrastando l’espulsione delle fasce più deboli dalle città energivore, alienanti, insicure ed energivore”.
E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.