Milano, Rampelli (FdI): no al suk dell’urbanistica contrattata

“Che sia necessario modificare la legge nazionale urbanistica non c’è dubbio. E a questo occorre lavorare con gli alleati e con il governo. Ma che si utilizzi la vetustà della legge come pretesto per farsi ‘leggi’ e regolamenti a proprio piacimento per aggirare le procedure non va bene. A Roma le Giunte di sinistra avevano già archiviato la stagione della pianificazione del territorio approdando alla non regola della contrattazione con i costruttori, senza tuttavia invaghirsi troppo della città verticale (obiettivo di fondi immobiliari e speculatori). Per realizzare i propri obbrobri hanno modificato il PRG e costruito itinerari border line ma legittimi. La loro furia cementificatrice impattò con la nostra battaglia (vinta) per la difesa del Parco dell’Appia antica.
A Milano c’è stata un’evoluzione creativa di quel principio, secondo il ‘rito ambrosiano’: l’urbanistica contrattata è transitata per gli accordi arbitrari tra amministratori, intellighenzia rossa e speculatori. L’utopia succulenta della città verticale nasce senza nemmeno un nuovo PRG e scaturisce nella “palazzopoli” della Madonnina.

In questo scenario surreale, senza regole urbanistiche compatibili con i milioni di cubature realizzate non c’è stato un negoziato ma solo la parte dei portatori d’interesse che è stata assecondata dall’amministrazione comunale. Il tutto per cambiare natura a Milano e trasformarla da ‘città per tutti’ a città per ricchi, una specie di ‘Dubai dei Noantri’, con valori immobiliari che cambiano al rialzo nel corso di una stessa giornata. Il fallimento di Sala e del PD è tutto qui, un fallimento politico, sociale e culturale che prescinde dalla vicenda squisitamente giudiziaria”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia

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