Mimmo Lucano sale in cattedra: i due pesi e le due misure sulla libertà di espressione

Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, il 13 maggio salirà in cattedra. Ad ospitarlo, con “onore”, come precisato dal Prof. Gaetano Lettieri, a nome del Dipartimento di Storia, sarà l’Università Sapienza di Roma, la più grande e tra le più importanti d’Italia.

Quella stessa università che nel 2007, a seguito delle proteste di docenti e studenti, negò al Santo Padre, Benedetto XVI, di poter tenere il discorso inaugurale di inizio anno accademico, oggi apre le porte a chi è sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina oltre che per i reati di truffa e falso ideologico, sempre in relazione alla gestione dei migranti.

Del resto, siamo ormai abituati a leggere ciò che accade con la lente dei due pesi e delle due misure.  Assistiamo, infatti, ad un processo continuo, alla gogna mediatica di coloro che decidono di non uniformarsi al pensiero radical chic di una certa parte politica di questo Paese ed allo stesso tempo vediamo incensare ed osannare i paladini del pensiero globalista, immigrazionista, anti nazionale.

È di questi giorni la notizia che il Salone del Libro, che ospitò brigatisti e terroristi, quest’anno ha deciso di negare la partecipazione alla casa editrice Altaforte perché vicina ad ambienti di destra non graditi a taluni benpensanti “illuminati”.

E allora che vada pure Mimmo Lucano a parlare alla Sapienza del suo modello Riace, già così tanto promosso in giro per il mondo come sistema eccellente di integrazione, prima della vicenda giudiziaria. Ci racconti anche però, il signor Lucano, dei matrimoni combinati, delle irregolarità, di un sistema che si è arricchito sulla pelle delle migliaia di persone arrivate qui dal mare. Ci racconti, il signor Lucano, secondo quale principio è possibile violare le leggi dello Stato, a proprio piacimento, chiamando “romanticamente“ tale violazione disobbedienza civile.

È davvero questo ciò che vogliamo insegnare ai nostri giovani? Sono questi gli esempi dai quali vogliamo che la nostra migliore gioventù possa trarre ispirazione? I nostri futuri legislatori, magistrati, medici, ingegneri davvero dovrebbero prendere lezioni da chi è accusato di non aver rispettato la legge? Su questo, l’Università Sapienza forse dovrebbe interrogarsi. E se è vero che la libertà di espressione va sempre salvaguardata, a patto che ci siano spazi per tutti, allora chiediamo rispetto anche per un’altra parte di questa Nazione. Quella che avrebbe voluto ascoltare il discorso di Ratzinger in quel gennaio di 12 anni fa, quella che ha letto e continuerà a leggere Brasillach, Heidegger, Prezzolini, Borges, Céline, Drieu La Rochelle, Jünger, Pound. Quella che non ha mai dato fuoco a nessun libro, e che anzi  nelle proprie librerie ha fatto spazio anche a Marx e Gramsci. Perché la libertà è conoscenza e libero arbitrio, non indottrinamento e proibizioni.

Non è la libertà di espressione e di parola che vogliamo mettere in discussione, quindi, ma certamente vorremmo che nei luoghi deputati a formare i nostri figli, fossero altri i maestri da chiamare a fare lezioni. Perché i giovani di questa Nazione meritano di più, lo merita certamente l’Italia.

Fortunatamente, non tutti sono imbambolati dalle discussioni surreali dei salotti della tv, dalla Gruber e da Saviano.

Sulla vicenda di Mimmo Lucano ospite alla Sapienza si voluto esprimere, infatti, con una posizione netta Daniele Mioni, Presidente di Azione Universitaria Roma. “Reputiamo che l’Università sia un luogo di confronto e che sia giusto che tutti abbiano la possibilità di  esporre le proprie idee, anche quelle che non condividiamo, come quelle del sindaco Mimmo Lucano che, in nome della sua visione sull’immigrazione, ha deciso di non rispettare le leggi italiane, tanto da essere indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed irregolarità nella gestione del sistema accoglienza”.

Queste le parole di Mioni in un comunicato stampa. “Questo spazio di libertà,  però, deve rimanere tale per tutti, anche per chi, come noi, in tema di immigrazione, dice che in Italia si entra solo legalmente, per chi e’ per la difesa dei confini, della tradizione e della cultura del suo popolo. Se questa libertà non fosse garantita – aggiunge – allora la Sapienza non sarebbe più un luogo di confronto ma diventerebbe un luogo di propaganda politica e di indottrinamento delle coscienze, come ormai tra l’altro sta accadendo in troppi atenei italiani. Per questo Azione Universitaria, come fa Fratelli d’Italia – ha concluso Mioni – rivendica il diritto di dire in ogni sede, che l’unica immigrazione possibile e’ quella che rispetta la legge, che si integra con la cultura del Paese ospitante e che non crea sacche di illegalità o estremismi vari”.

Parole di una gioventù coraggiosa, animata da spirito di Patria, aperta al confronto ma pronta a difendere la nostra identità e la nostra cultura millenaria. La Speranza è viva.

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