“L’Onorevole Marco Furfaro ha perso l’ennesima occasione per non fare una figuraccia, dimostrando non solo di non essere in grado di comprendere le norme, ma anche di saper solo sbraitare sguaiatamente pur di attaccare il governo. Gli emendamenti al disegno di legge sulle piccole e medie imprese, che le associazioni e le imprese di categoria, peraltro, aspettavano da decenni, affrontano il tema della legalità nella filiera della moda, prevedendo un innovativo sistema di certificazione della filiera stessa: in pratica, il controllo è a monte e non a valle. La certificazione dura un anno e sono previsti audit esterni, oltre a tutti gli altri requisiti per il mantenimento dello status di filiera certificata; sono introdotti strumenti che consentono la tracciabilità dei contratti e della lavorazioni dalla capofila fino ai sub fornitori, in modo tale da rafforzare la lotta in materia di tutela del lavoro. Se, dopo tutti i controlli previsti, un pezzo terminale viola la legge, si può tranquillamente escludere la responsabilità della capofila che invece rispetta tutti i criteri previsti dalla legge. Si tratterebbe in pratica di una responsabilità oggettiva, che non è addebitabile alla capofila. Studiare e approfondire prima di lanciare accuse sarebbe il minimo che un deputato eletto dai cittadini dovrebbe fare”. Lo scrive, in una nota, il deputato di Fratelli d’Italia Chiara La Porta.