Questo fine settimana si è celebrato in tutta la Gran Bretagna il weekend dell’incoronazione. La città di Londra è da giorni addobbata a festa e fino all’8 maggio sono stati organizzati una serie di eventi in tutta la City per celebrare l’inizio della nuova carolean era.
L’incoronazione di Carlo III è un evento di portata mondiale e per l’intera giornata di sabato 6 maggio gli occhi del mondo sono stati puntati sull’ abbazia di Westminster e su Buckingham Palace. Un evento di portata internazionale che ha visto la partecipazione, oltre che dei membri della famiglia reale, di capi di stato e di figure istituzionali di altissimo livello.
Infatti, alla vigilia del giuramento di Carlo si è tenuto un ricevimento che è stato occasione di incontro tra le personalità più rilevanti a livello mondiale.
I vari attori politici e istituzionali hanno rivolto i propri auguri al nuovo re inglese, come il nostro premier, che ha voluto omaggiare questo nuovo inizio con la pubblicazione di un post in cui ha fatto riferimento anche alla recente e fruttuosa visita italiana a Downing Street: “L’antico mosaico cosmatesco nell’Abbazia di Westminster, sul quale oggi è stato posto il trono per l’incoronazione di Re Carlo III, è stato magistralmente realizzato da artigiani italiani circa otto secoli fa. Oggi è ancora lì a meravigliare il mondo, e a raccontare la storica e proficua cooperazione tra Italia e Regno Unito, che siamo certi con Re Carlo III – che ancora ieri ha ricordato di amare l’Italia – si rafforzerà ulteriormente, come già abbiamo cominciato a fare con il Prime minister Rishi Sunak. I miei migliori auguri a Re Carlo III, alla Regina Camilla e all’intero popolo britannico”.
Giorgia Meloni ha voluto menzionare la presenza degli italiani in Inghilterra, che contribuirono a realizzare quella che ad oggi è ancora una delle maggiori potenze al mondo.
La Gran Bretagna è unica al mondo proprio per questo, ovvero per saper cogliere e unire le diversità dei popoli, delle culture e delle tradizioni, ed è per questo che ancora oggi esiste il Commonwealth, una organizzazione di 56 paesi che tuttora riconosce il Re come il punto di riferimento e di unione di ogni diversità che vive all’interno del Commonwealth.
L’incoronazione di Carlo III rappresenta un momento che mira a rafforzare l’unità del regno e del suo popolo, che si riunisce per celebrare e festeggiare insieme l’inizio di una nuova era. Infatti, per l’occasione nella City erano previsti dei veri e propri percorsi e postazioni per vedere la parata reale, oltre che maxi schermi nei maggiori parchi londinesi vicini al Palazzo Reale quali St James’s park, Green park e Hyde park.
Ed è qui che forse si vive più che in ogni altro luogo la vera essenza di questa giornata: nell’aria c’è un clima speciale caratterizzato da un continuo sventolio di Union Jack, da centinaia di famiglie e amici che si sono datti appuntamento per brindare insieme e per cantare l’inno nazionale in segno di rispetto e di felicità nei confronti del nuovo sovrano. E così sulle note di God Save the King la nazione si ritrova, si rafforza e conferma la propria unità, al di là di ogni credo politico.
Perché il potere della monarchia, ancora adesso, è quello di unire un’intera Nazione, senza escludere nessuno, e avvertire questo profondo senso di appartenenza in un momento storico come questo è veramente impressionante.
La cerimonia di incoronazione di Carlo III è stato un momento di riflessione profonda sulla storia passata e quella futura. In quest’ottica, nel rito sono state introdotte importanti novità: il cosiddetto homage of the people, per cui i sudditi britannici sono stati invitati a giurare fedeltà a Carlo; la prima lettura affidata al primo ministro britannico Rishi Sunak, che ha radici familiari religiose indù; la lettura di una pagina del Vangelo affidata per la prima volta a un vescovo anglicano donna e infine, la presenza dei rappresentanti di tutte le religioni. Novità importanti che si sono inserite in un rito antico di secoli.
Questa occasione ha perciò manifestato l’importanza del binomio storia e innovazione: non bisogna mai dimenticare la storia e la tradizione di ogni popolo, volgendo lo sguardo al futuro in modo da affrontarlo nel modo migliore.
Tale binomio che lega la tradizione e l’innovazione richiama quel percorso che si sta attuando anche l’Italia. È per questo che dobbiamo celebrare la ricchezza della nostra cultura e della nostra tradizione, accogliendo allo stesso tempo le novità che il futuro ci riserva, ma senza mai dimenticare il nostro passato. Perché la nostra storia sono le radici, il futuro i nostri rami e solamente insieme possono vivere e sopravvivere.