Modi vola a Mosca e ammonisce Putin sulla morte di bambini innocenti

Ieri, il Presidente indiano, Narendra Modi, si è recato a Mosca per interloquire con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Continuano a susseguirsi le visite dei Premier tra Russia ed Ucraina, tutto fa presagire che in realtà l’impegno della Leadership mondiale sia improntato nel ritrovamento di un accordo tra le parti per terminare questa guerra che sta logorando le vite dei civili e dei soldati coinvolti.

Durante il dialogo, Modi ha giustappunto affermato che una soluzione per la fine del conflitto non debba essere trovata sul campo di battaglia, bensì nei tavoli per le relazioni, fondamentali ora come ora per virare verso una de-escalation. Con un ulteriore impegno da parte di tutti, sarà decisamente più semplice riuscire a mediare per una pace finale, ma è necessario che entrambe le parti accettino l’accordo: non sarà sicuramente facile, vista l’ostinazione espansionista di Putin ed il rancore di Zelensky per i crimini perpetrati dall’esercito russo all’interno del suo territorio.

Il Primo Ministro indiano ha poi ricordato quanto sia doloroso veder morire dei bambini innocenti durante un conflitto, facendo presagire una specie di rimprovero nei confronti di Putin dopo il bombardamento dell’ospedale Okmatdyt di due giorni fa: un’istituzione sanitaria dalle radici profonde, nata nel 1894 ed ora in ginocchio a causa degli attacchi missilistici di cui è stata vittima insieme ad alcuni dei pazienti ricoverati.

Il buon senso stavolta arriva dall’India, per Narendra Modi, quel tragico evento è una ferita dolorosa, poiché la perdita di vite umane è incolmabile durante qualsiasi conflitto violento.

Chissà se questa volta Vladimir Putin sia riuscito ad accogliere il monito riportato dal Presidente indiano Nazional-conservatore, forse un po’ di saggezza non guasterebbe, anche in considerazione della spregiudicatezza con cui il Cremlino continua a tacere sui propri misfatti, consegnandosi con ignavia ad un Tribunale della storia che ben conosce il significato di giustizia. Peccato che purtroppo il senso di responsabilità sembra mancare in assoluto nella combriccola del Premier russo, difficile pensare che voglia rivedere le sue azioni, visto che a quel punto sarebbe ridicolo se non volesse scusarsi anche per gli altri errori commessi dal suo esercito.

È risaputo, la guerra è truculenta e non conosce legittimità o giurisdizione, purtroppo fa parte dei retaggi dell’uomo da millenni e sarà veramente difficile ragionare su come evitare in futuro eventi come questi.

Certo, è comunque chiaro che la violenza a volte serva anche per difendersi da attacchi premeditati: Modi questo lo sa bene – si suppone – ma il suo avviso era proprio rivolto verso una riflessione mirata ad una concezione diversa della realtà, ove finalmente si scinde il conflitto tra pari con il coinvolgimento di terze persone che non hanno alcuna colpa.

Quello di Modi è stato un intervento fondamentale, forse potremmo dire che sia davvero ciò che per molto tempo è mancato: un gesto molto interessante e che rafforza la diplomazia internazionale, ora depauperata del suo effettivo ed essenziale significato specialmente nell’era contemporanea.

Sicuramente le visite da parte dei Leader occidentali in Ucraina sono state fondamentai per chiarire determinati passaggi e comprendere quale fosse l’andamento della situazione, ma un Leader che finalmente avesse il coraggio di recarsi al Cremlino per parlare di pace in questo modo non si è visto dall’inizio della guerra. Una prova che distacca l’India dal resto dei paesi BRICS, anche in virtù dei buoni legami che nel corso del tempo è riuscita a stringere con l’Italia.

Indubbiamente la figura di Modi avrà i suoi pro ed i suoi contro in termini politici, specialmente perché il sistema sociale che amministra per la nostra realtà è a dir poco obsoleto. Ciò che conta in questo caso è l’impegno che un Presidente della sua caratura ha impiegato per tentare di svegliare la coscienza di un prossimo, il quale in questo caso è proprio Vladimir Putin.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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