Molestie al Gay Pride: quattro giornalisti (anche uomini) palpeggiati. È questa l’inclusività?

Eccoli, quell’inclusività a oltranza. Così inclusivi da aver totalmente dimenticato come fare per essere tali. Così impegnati a lottare contro le violenze di genere, da dimenticare totalmente cosa sia una molestia. Così impegnati a criticare anche la punteggiatura dei discorsi dei leader di destra, da aver completamente ignorato in cosa consistesse il loro stesso comportamento. Predica bene e razzola male, insomma. Un po’ come tutto il Gay Pride, così dannatamente inclusivo da tenere lontani dalle proprie sfilate gli ebrei, non solo utilizzando in qualsivoglia occasione la bandiera palestinese come nuovo simbolo della libertà (e che libertà, sotto il regime terroristico di Hamas!), ma anche e soprattutto per volontà degli stessi organizzatori.

Pride inclusivo

Il Pride è così inclusivo e rispettoso dell’altrui sessualità da aver annoiato tutti con i suoi soliti discorsi che ci ricordano ogni mese di giugno quanto è bello il mondo arcobaleno dove tutti sono uguali, appiattiti su un unico piano. Tanto inclusivo da aver ignorato che al suo interno si nasconde chi inclusivo non è, tutt’altro che rispettoso dell’altrui sessualità. “Non so chi fosse quell’uomo, ma so che a me e altre colleghe è successo qualcosa che non doveva accadere. Mancavano pochi minuti alle 15 quando mi sono avvicinata al carro del partito democratico in via Vittor Pisani. Dietro il furgone c’era già un campanello capannello di colleghi che mi faceva presagire quanto avrei dovuto sgomitare per riprendere e intervistare la segretaria del PD”. Inizia così il racconto di Chiara Daffini, giornalista di Fanpage, sulla sua esperienza al Gay Pride di Milano. Un posto talmente inclusivo che Daffini e altri tre colleghi sono stati molestati. Accalcate intorno alla segretaria Schlein, Daffini racconta di aver sentito una “pressione strada sul fondoschiena” da parte di un uomo ignoto ma di non riuscire a capire “se fosse casuale o voluta. Ero certa però che l’uomo fosse ancora alle mie spalle, perché da quanto mi aveva fatto entrare nel capannello il suo membro non si era mai staccato dal mio sedere. Dentro di me sapevo che era quello che temevo, ma, non potendomene accertare, ho avuto paura a rendere esplicito il mio disagio”.

Prevaricazione sessuale

Non sarà certo il comportamento di un uomo a deviare il messaggio di fondo della festa. Non generalizziamo. Ma un campanello d’allarme dovrebbe suonare nella testa degli organizzatori: e se il Pride alla fine non fosse così inclusivo come si crede? Se fosse soltanto un pretesto per dare libero e pubblico sfogo alle proprie pulsioni, dando a chiunque la possibilità di spogliarsi, fare atti al limite dell’oscenità per strada e inneggiare contro la destra? Perché, se così fosse, non verrebbe rappresentato tutto il mondo omosessuale, ma soltanto la fetta, per così dire, più esplicita di esso. Sul tema si è espressa il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci: “Esprimo tutta la mia solidarietà ai quattro giornalisti che stavano svolgendo il proprio lavoro durante il Milano Pride e sono stati molestati. Il fatto che questa volta si hanno degli uomini ad essere stati vittime di abusi non deve sminuire, in alcun modo, quanto accaduto. Ogni forma di violenza di genere e di molestia sessuale va, infatti, sempre combattuta e fermamente condannata. Per questo siamo e saremo sempre al fianco delle vittime e di chi denuncia. Ci auguriamo che il responsabile di questo vergognoso atto venga più presto identificato”. Della stessa linea anche Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Rivolgo la mia solidarietà e il giornalismo l’estate al Pride che si è svolto ieri a Milano. Una violenza ancor più deprecabile poiché è avvenuta durante il punto stampa del segretario PD Schlein coi giornalisti presenti. Non è possibile che un evento come questo, nato proprio con l’obiettivo di celebrare l’accettazione sociale l’auto accettazione delle persone, venga macchiato da questi dolorosi episodi di prevaricazione sessuale. Per questo – ha concluso auspichiamo che i dirigenti del PD facciano chiarezza affinché venga trovato il responsabile”.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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