“Dopo trent’anni la montagna torna al centro dell’agenda politica. L’ultima legge risale infatti al 1994. Oggi è dunque un passaggio storico reso possibile dall’azione del governo Meloni”. Così in Aula del Senato, durante la discussione generale sul ddl sul riconoscimento e promozione delle zone montane, la senatrice di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio. “Quello della montagna – aggiunge – non può essere considerato un tema residuale, ma un tassello imprescindibile, poiché il 49% del territorio italiano è classificato come montano, su 8 mila Comuni italiani, oltre 4 mila sono montani o parzialmente montani, e lì vive circa il 12% della popolazione nazionale. Le comunità che vivono in montagna – osserva la parlamentare di FdI – sono in grado di cavarsela da sole, chiedono soltanto di essere messe nelle condizioni di competere con altre aree. E questa non è elemosina, ma ridistribuzione, tenendo conto che la montagna ha messo a disposizione risorse che non le sono mai state completamente riconosciute: penso ad esempio all’energia idroelettrica. L’uomo – riflette ancora – deve essere al centro della montagna, che non è una teca di vetro intoccabile, perché non c’è montagna senza trasporti, allevamento, agricoltura, turismo, infrastrutture. Insomma – conclude la Ambrogio – non c’è montagna senza quelle opportunità che il provvedimento in questione finalmente offre”.