C’è chi da un lato festeggia la giornata mondiale della nonviolenza il 2 ottobre, in concomitanza con il giorno di nascita del Mahatma Gandhi, ma dall’altro lato omette di condannare cori e striscioni violenti, pro-Hamas e anti-occidentali. Questi ultimi, purtroppo, sono circolati in mezzo alle ingenue bandiere “della pace” il giorno dopo, il 3 ottobre 2025, durante lo sciopero politico indetto da Landini a mo’ di festival dell’inutilità. Utile è stato invece il piano di Trump, accettato persino dai terroristi geopolitici di Hamas.
L’ipocrisia e l’ingenuità, infatti, non avvalorano la causa palestinese, né elevano moralmente il nostro Occidente libero. Insieme alla condanna dei massacri disumani su Gaza, con sano realismo dobbiamo prevenire anche i rischi del dilagante fondamentalismo islamista. Questo, di per sé, odia da sempre il luogo dove San Pietro fondò la Chiesa universale di Cristo, che è anche il luogo dove ancor più anticamente è fiorito un impero ricco di civitas, di segni e trascendenza. Ed è proprio in nome dell’amore che nutriamo per quel luogo eterno, chiamato Roma, che ci impegniamo affinché ogni persona lì (ossia qui!) si senta al sicuro, vivendo nel decoro di una libertà responsabile, in una Italia identitaria e cosciente.
Le moschee abusive presenti a Roma, però, sono causa di rischi concreti per quella sicurezza cittadina e per quell’ordine di libertà e giustizia che, con sacro amore patrio, vogliamo ravvivare. È ingiusto che in tante zone del Comune di Roma cresca incontrollato – e persino indisturbato – un islamocratico abusivismo edilizio, all’interno del quale potrebbe intensificarsi l’indottrinamento ideologico di quei cattivi maestri che disprezzano le istituzioni civili e religiose dell’Italia, o le radici giudaico-cristiane dell’Europa. La legalità e lo Stato di diritto nacquero proprio per garantire la libertà di culto religioso senza irragionevoli discriminazioni, contro ogni forma di devianza violenta, nonché contro terrorismi e fanatismi antisociali.
Fratelli d’Italia è stata sempre in prima linea sulla sicurezza dei territori romani e nazionali, e anche coloro che non sono politicamente nati a destra possono riconoscere questo chiaro impegno, a tutela dell’ordine e delle libertà occidentali classiche. Tra le pagine di quella militanza si può ricordare, per esempio, il comunicato del 28 giugno 2016, con cui Giorgia Meloni – oggi Presidente del Consiglio – manifestò il suo “plauso agli agenti della Polizia Locale del gruppo Casilino che, grazie alla segnalazione di cittadini, hanno scoperto e sequestrato una moschea abusiva a Centocelle”, aggiungendo inoltre che “a Roma sono circa 100 le moschee abusive incontrollate, terreno fertile per chi predica l’odio e strizza l’occhio al terrorismo islamico”.
Anche il 2 ottobre 2020 (a proposito di proficua nonviolenza in concomitanza con la nascita di Gandhi), circolò un puntuale comunicato in cui si riportava che la moschea abusiva di Tor Pignattara a Roma era stata chiusa, in seguito ad un’interrogazione di Fratelli d’Italia. In quella occasione veniva ribadita l’ingiustizia dei contesti in cui le donne sono “costrette con atteggiamenti mafiosi a restare chiuse in casa”. Su tali drammi, le femministe post-contemporanee degli anni Venti del XXI secolo, le avete viste arrivare? Come suol dirsi, chiedo per un’amica…
Su tanti territori del Comune di Roma la situazione non è migliorata affatto. Di recente, e in particolare nella giornata del 31 luglio 2025, tra piazza delle Camelie e via Tor de’ Schiavi, a Centocelle, gli agenti del gruppo Casilino sono intervenuti apponendo i sigilli ad una ex autorimessa che, senza autorizzazione, stava per essere trasformata in luogo di culto islamico.
Davanti al persistere di tali spiacevoli situazioni, è utile ascoltare il parere di chi ha molta esperienza nel campo delle politiche di legalità. Si è quindi chiesto al Sen. Andrea De Priamo (FdI) quali sono gli interessi collettivi da curare di fronte alla problematica delle moschee abusive a Roma, e cosa non è stato fatto dai sindaci Raggi e Gualtieri.
De Priamo ha analizzato la questione rispondendo nel modo seguente: “Fratelli d’Italia fin dalla sua nascita ha evidenziato questa problematica, su cui sia con la giunta Raggi che con la giunta Gualtieri abbiamo messo in campo i nostri consiglieri capitolini. Per anni ho fatto parte di quel contesto, quindi ho esperienza personale da questo punto di vista. Abbiamo evidenziato come il tema delle moschee abusive fosse molto importante per la sicurezza sul territorio. Non è una problematica pregiudiziale dal punto di vista religioso, perché siamo ovviamente per la libertà di religione, ma la libertà religiosa deve essere esercitata nel rispetto delle norme nazionali e degli accordi internazionali. Certamente utilizzare garage piuttosto che finte associazioni culturali per mettere in campo delle moschee abusive pone una serie di criticità, per la sicurezza delle persone che abitano a ridosso di quei contesti, e per la sicurezza degli stessi frequentatori. Ma anche per la mancanza di un monitoraggio sulle fonti di possibili sacche di fondamentalismo, che è un pericolo ben presente in Europa, e anche in Italia, nonostante l’ottimo lavoro delle nostre Forze dell’ordine e della Intelligence. A Roma purtroppo un serio lavoro di mappatura e di azione decisa sul contrasto di quell’abusivismo non è stato fatto. A Roma, capitale d’Italia ma anche capitale della cristianità cattolica, luogo sensibile di grande visibilità al livello internazionale, serve maggiore attenzione con un intervento più deciso per contrastare il fenomeno delle moschee abusive”.
Si ringrazia il Sen. De Priamo per aver condiviso la sua analisi.
Ai tempi di Hamas e degli Hezbollah (e non solo), vale ancora la pena ricordare ciò che con coraggio scrisse Oriana Fallaci un po’ di tempo fa: «l’odio per l’Occidente cresce. Si gonfia come un fuoco alimentato dal vento, e i seguaci del fondamentalismo islamico si moltiplicano come i protozoi d’una cellula che si scinde per diventare due cellule poi quattro poi otto poi sedici all’infinito».
Ai posteri – manzonianamente – «l’ardua sentenza». A noi patrioti di corsara, veemente avanguardia – prima ed oltre le elezioni romane – l’ingegno, la cura, l’impegno. L’amore.