Musica: le “Lettere” di Lucilio s’è smarrito Seneca, tra note e parole

Per celebrare il loro decennale, il gruppo di Indie-It (indiependente italiano) Lucilio s’è smarrito Seneca ha pubblicato un atteso primo disco. Disponibile da aprile sulle principali piattaforme, si intitola “Lettere” ed è composto da otto tracce per un totale di poco più di mezz’ora di musica e parole. La band, composta da Claudia Presciutti (voce), Antonio Rapisarda (chitarra), Giacomo Mondini (basso) e Emanuele Forte (batteria), ha un nome molto particolare, così spiegato in un’intervista di qualche tempo fa a Barbadillo.it: “Seneca è il maestro che ci ha guidato sino ad ora, ma che nell’evolversi della vita e degli eventi ha lasciato solo al suo destino il suo allievo. Lucilio siamo noi, con le nostre insicurezze e i nostri sogni da realizzare, nonostante l’assenza di Seneca. Lucilio è una generazione che non ha più maestri perché in parte li ha rinnegati, in parte li ha trascurati. Seneca è un mondo ideale e valoriale che non è più con noi a guidarci

Tornando a “Lettere”, l’album – musicalmente rock – si apre con  Saremo noi, un pezzo che è come una dichiarazione di intenti ed un invito a seguire valori e principi: “Saremo senso d’appartenenza, Saremo spade in mani salde, Saremo guerra saremo amore” canta Claudia. Segue poi Indiependente, che rappresenta un’esortazione ed un incitamento a reagire, perché “ancora vale donare come dovere”. Il terzo e il quarto pezzo, intitolati rispettivamente Seneca e Lucilio, esprimono la “fame di verità” che si chiede ai maestri (non sempre all’altezza, perché a volte spariscono, lasciando chi li segue “senza un sentiero”…) e la capacità e la voglia degli allievi abbandonati di reagire alle difficoltà e di trovare comunque la loro strada per affermarsi e far valere idee e convinzioni. Il sole, la quinta traccia, è una ballata dai ritmi lenti in cui si canta che “la notte sta arrivando col suo carico di dubbi”, ma nonostante questo il sole, che “muore ma è felice come chi conosce bene il destino di chi sceglie e la vita gli appartiene”, rinasce sempre. Seguono Sorrisi e Riderò di te, due brani che sono una risposta a tanti che nel quotidiano si lasciano trascinare dalla massa (“Cercavi un sogno che non finisse, cercavi false verità. Cercavi un sogno che è come un’ombra, che si dissolverà”) e che vivono “giorni apparenti che strisciano e diventano stranieri”, senza “divisa né bandiere”. L’album, significativamente, si conclude con Futuro, un pezzo che è un inno alla vita e al donare.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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