Mancava il testimonial d’eccezione per dare un ulteriore colpo di grazia a questa povera Italia abbandonata a se stessa e martoriata da un sistema che la vuole ridurre ai minimi termini. Si aggira per il territorio nazionale lo spettro dell’inadeguatezza, della totale mancanza di una guida e del desiderio di dire la propria a tutti i costi. In piena emergenza, bombardati dalle immagini degli ospedali del nord ormai al collasso, quel genio di Nanni Moretti posta una sua foto al cinema Barberini, con la sala vuota. A che pro? Per segnalare pro domo sua la crisi del settore cinematografico? Ieri ci si apprestava ad adottare delle restrizioni spaventose, un boomerang per tutta l’economia italiana che impiegherà chissà quanto per risollevarsi. Siamo chiamati a sforzi titanici ed al senso di responsabilità collettiva, ci si chiede di limitare gli spostamenti e questa raccomandazione sta già – e forse tardivamente – diventando un’imposizione. Tuttavia Nanni esce, va al cinema, solo, non riesce ad incontrare nessuno in sala e non perché nessuno avesse voglia di passare il sabato al cinema, ma perché ora non si può andar in giro “ad incontrare gente ed a fare cose”. Un gesto indice di un individualismo esasperato e di una pericolosa sufficienza, peggiore degli aperitivi a Milano di politici poco accorti, perché dettato dalla presunzione di sapere più degli altri, ostentando quella sicumera sfacciata dell’intellettuale di sinistra che ti sbircia dall’alto in basso. Stai a casa Nanni, non è tempo di carnascialeschi girotondi, è un momento in cui va mostrata consapevolezza e unità, senso del dovere e coscienza di popolo, e con tutto il rispetto, l’unico commento possibile al tuo post lo hai partorito proprio tu: “ma che sei stupido?! Con autoironia, ma che sei stupido?”