“Le mobilitazioni di ieri contro il dittatore Putin sono una sana ventata di libertà indirizzata contro un regime oppressivo e assassino. Un regime che si ostina, nel terzo millennio, a non salvaguardare l’inalienabile diritto alla vita, all’esercizio del pensiero, della parola e delle espressioni, all’autodeterminazione del popolo ucraino. La Capitale Kiev, vale la pena di ricordarlo, è più antica di Mosca e di ogni popolo anticamente sottomesso all’imperialismo comunista”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia commentando con i giornalisti la manifestazione di ieri sera.
“Non è importante in questo momento capire come sia tecnicamente morto Aleksej Navalnj – ha aggiunto Rampelli- anche perché è fin troppo facile immaginare come e chi accerterà le cause del suo decesso. È urgente attribuire la responsabilità unica, politica e morale, probabilmente anche materiale, all’erede di Stalin e Breznev, che mantiene in uso il vero e proprio ‘gulag’ dove era detenuto il dissidente russo”.
“Ucciso fisicamente o fatto morire non costituisce differenza- ha puntualizzato- Si può provocare la morte di una persona con un colpo di pistola, con un medicinale letale o solo con una detenzione incompatibile con la vita. Il risultato non cambia”.
“Per non parlare del fatto che la sola privazione della libertà per reati d’opinione ricopre di vergogna qualunque leader del mondo la pratichi. Putin – ha concluso Rampelli- è colpevole”.