L’America Latina ha una lunga storia di colpi di stato, di regimi autoritari e di forme di guerriglia anche particolarmente cruente, oltre alla piaga del narcotraffico che a volte gode della complicità di alcuni governi dell’area. Ma dall’inizio degli anni Novanta ad oggi, a parte il persistere di organizzazioni criminali dedite al traffico di droga, il clima politico è divenuto più tranquillo in diversi Paesi latinoamericani e i conflitti vengono regolati da logiche sufficientemente democratiche. Vi sono comunque delle nazioni di quel continente che non sono ancora del tutto libere dai demoni del passato.
Infatti, in tempi assai recenti sono esplose violente tensioni, che hanno generato sanguinosi scontri di piazza e repressioni, in Honduras, Venezuela e Bolivia. Adesso, è il turno del Perù. Durante la settimana scorsa è stato destituito e arrestato il presidente in carica Pedro Castillo, e al suo posto è subentrata la sua vice Dina Boluarte. Non si pensi che Castillo sia stato vittima di un golpe perché egli stesso stava per mettere in pratica un colpo di stato e da qui, l’allontanamento dal potere.
L’ormai ex presidente peruviano, eletto solo nel 2021, stava tentando di sciogliere il Parlamento, in mano alla opposizione conservatrice, in cui era in corso una richiesta di impeachment a suo carico, presentata, peraltro, per la terza volta. Pedro Castillo, in poco più di un anno, si è rivelato essere un leader piuttosto disastroso. Durante il suo mandato la corruzione ha toccato livelli altissimi e all’interno della compagine governativa è stato inserito addirittura un ex esponente di Sendero Luminoso, ossia la tristemente nota organizzazione terroristica peruviana, di ideologia marxista-leninista, che negli anni Ottanta insanguinò il Perù.
Vi erano pertanto molte ragioni valide a sostegno di una richiesta di impeachment, ma Pedro Castillo ha tentato di aggirare la questione con una mossa dal sapore antidemocratico e autoritario. Quest’uomo si definisce marxista, non a caso c’è del tenero con i terroristi di Sendero Luminoso, e qui urge una riflessione.
Il mondo radical-chic e politically correct, dalla nostra sinistra fino a giungere ai liberal d’oltreoceano, ci racconta da anni che la libertà e la democrazia sarebbero minacciate da figure politiche conservatrici e di destra quali, per esempio, Donald Trump, Jair Bolsonaro e anche la nostra Giorgia Meloni. Poi, la realtà ci fornisce una versione molto diversa. C’è il marxista Castillo che si inventa un auto-golpe, ma ci sono stati e ci sono, da troppi anni ormai, Hugo Chávez e Nicolas Maduro, che hanno trasformato il Venezuela da un Paese prospero ad una dittatura socialista. E c’è anche il nicaraguense Daniel Ortega, ex guerrigliero sandinista, ovviamente di estrema sinistra, il quale pretende di assoggettare al proprio potere persino la Chiesa cattolica.