In Nigeria i cristiani sono in pericolo più che mai e l’emergenza sicurezza non è limitata al nord-est ma coinvolge tutto lo Stato. A lanciare l’allarme è monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria.
In un’intervista alla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, il presule ha ricordato che quasi tutti i seminari della Nigeria hanno mura di protezione, ma che «purtroppo però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram. Se tutti i seminari, i monasteri e i conventi che ospitano religiosi disponessero di telecamere, sarebbe utile perlomeno per catturare alcuni terroristi». Ma purtroppo le risorse della Chiesa sono limitate e le parrocchie sono perfino costrette a pagare per avere la protezione della polizia durante le messe domenicali.
Monsignor Akubeze ricorda anche il recente omicidio di Lawan Andima, membro dell’Associazione cristiani in Nigeria (CAN) decapitato da Boko Haram, e si domanda perché il presidente nigeriano Muhammad Buhari si sia detto scioccato dalle numerose uccisioni che avvengono in Nigeria, soprattutto a danno dei cristiani. «Molti nigeriani si chiedono se il presidente viva in un universo parallelo. Come può essere sorpreso? Dopo che alcuni di noi hanno partecipato a numerose sepolture di massa di cristiani uccisi da Boko Haram?». Il presule si sofferma inoltre sulla composizione del governo guidato da Buhari, appartenenti alla stessa estrazione etnica hausa-fulani del presidente. «Il 95 percento di loro sono musulmani, in un Paese in cui vi sono circa il 50 percento di cristiani. Chi dovrebbe assicurare la nostra sicurezza appartiene ad una setta di una religione, ad un solo gruppo etnico, in una nazione multi-religiosa e multietnica».
L’appartenenza etnica del presidente getta ombre anche sulla totale passività con cui il Governo nigeriano sta affrontato l’emergenza rappresentata dalle violenze dei pastori islamisti fulani. Pur non essendoci prove certe di un supporto governativo ai fulani, l’arcivescovo di Benin City sottolinea come «la mancanza di azioni penali significative nei loro confronti alimenta ulteriormente la convinzione che essi godano del sostegno del governo federale».
Di fronte ad una grave mancanza di sicurezza e all’aumento di attacchi anticristiani, monsignor Akubeze rivolge tramite ACS un accorato appello ai governi e ai media occidentali. «Raccontate le atrocità che avvengono in Nigeria. In questo modo il nostro governo potrebbe sentirsi sotto pressione ed agire. La nostra speranza è che le nazioni dell’Unione europea e gli Stati Uniti sentano l’obbligo morale di proteggere le vite dei cristiani e di tutti i nigeriani che vengono costantemente attaccati e uccisi da Boko Haram e dai pastori fulani».