No l’opposizione non fa solo chiacchiere e dimettersi non porta a nuove elezioni. Vi spieghiamo perchè.

Siamo alle solite, nuove dirette, nuovi decreti, nuovi one man show dell’immarcescibile Giuseppi Conte. Per mesi le sue miriadi di task force sono state beatamente in panciolle, affaccendate a consultare i cataloghi di banchi a rotelle e monopattini, ed oggi ci troviamo nuovamente di fronte a provvedimenti assurdi e inutili, come se non fosse passato quasi un anno dal dicembre 2019, epoca di esordio del Covid-19 in Cina.

E dopo mesi di logorio in cui l’opposizione è stata con protervia e arroganza privata del suo ruolo, oggi l’opinione pubblica è divisa in tre fazioni: i filogovernativi, i sostenitori dell’opposizione e … chi critica un asserito atteggiamento di “rilassamento” di un’opposizione che si vorrebbe più guerrafondaia. E giù un profluvio di fantasiose ricostruzioni che vedrebbero il tridente del centro destra semicolluso col governo al fine di conservare la poltrona. E perché non si dimettono?! Basta andare al colle e dare le dimissioni nelle mani di Mattarella! E dimettetevi in massa poi li vogliamo vedere!

Parole in libertà che non corrispondono neanche lontanamente allo stato di fatto e artatamente propalate dagli “antagonisti” de noantri, studiate a tavolino nei noiosi pomeriggi scanditi dal pop corn, gustato con indolenza sul divano acquistato col reddito di cittadinanza.

Li abbiamo sentiti i commenti livorosi dei professionisti parolai, però in una situazione grave come questa le malelingue rischiano di fare breccia nei cuori di coloro che sono arrabbiati, disperati e sfiduciati e dunque corre l’obbligo di dire le cose come stanno.

Il Parlamento non è come il consiglio comunale delle nostre città, in cui i consiglieri hanno possibilità di rimettere in ogni momento il proprio mandato. Le dimissioni per motivi personali dei deputati e dei senatori vanno votate (e dunque approvate) dalla camera di appartenenza. Chiunque intenda dimettersi per un motivo che esuli dall’incompatibilità tecnica a ricoprire l’incarico – che risponde ad altre regole -, deve sottoporre le dimissioni al vaglio del ramo del parlamento a cui appartiene. E dunque in caso di dimissioni in massa per mettere il governo in difficoltà… le dimissioni semplicemente non verrebbero accettate. Ma c’è di più. Qualora per avventura lo fossero, entrerebbero in sostituzione i parlamentari non eletti situati nella prima posizione utile in lista e si dovrebbe dunque andare avanti così, con il subentro e le successive dimissioni, fino all’esaurimento delle liste, mentre per i collegi uninominali si dovrebbe per legge procedere alla sostituzione con elezioni suppletive.

Ecco svelato l’arcano, le richieste di dimissioni rivolte al centro destra sono dunque pretestuose e strumentali, perché inutili, mentre sarebbe il governo a doversi mettere una mano sulla coscienza e togliere il disturbo, come più volte chiesto dall’opposizione.

Per i meno attenti, infine, è forse il caso di ricordare che se le camere sono tornate a lavorare dopo l’interruzione dei lavori per il lockdown deciso da Conte è stato grazie a Fratelli d’Italia, che chiese la convocazione H24. Il capogruppo alla Camera Lollobrigida sin dall’inizio dell’emergenza si battè affinché i parlamentari lavorassero 24 ore al giorno per fronteggiare l’emergenza, fino a far capitolare la maggioranza ed a costringerla a riaprire le porte.

E poi le Proposte, gli emendamenti , le raccomandazioni, le mozioni, i progetti presentati dal partito della Meloni in questi mesi sono state innumerevoli, tuttavia la prepotente pulsione antidemocratica del governo ha ammazzato ogni dialogo, e Conte sordo ad ogni sollecitazione si è arroccato sulle proprie posizioni, chiudendosi a doppia mandata dentro palazzo Chigi, in compagnia del ministro di turno e sempre assistito dal regista di ogni diretta Rocco Casalino.

Ma la visione di come l’Italia deve ripartire è chiara a destra e da quanto pare di comprendere dalle ultime dichiarazioni rese da Giorgia Meloni, la pazienza è ormai finita, e l’attività fieramente oppositiva che conduce giornalmente la pattuglia parlamentare di FdI nelle camere avrà sbocchi e sfoghi in ogni contesto… perché mai dal 1946 ad oggi il rischio liberticida si è sentito tanto forte.

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