Alcuni perdono la vita in tempi e modi che sono complicati da comprendere ed accettare persino per chi basa la propria esistenza terrena su una solida fede religiosa, la quale offre speranza e spiegazioni davanti alla morte, anche quando essa appare irragionevole.
Una morte tremendamente ingiusta è stata quella del Brigadiere Capo dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, 59 anni, ucciso a Francavilla Fontana, provincia di Brindisi, nel corso dell’inseguimento di un’auto, occupata da due malviventi, non fermatasi al posto di blocco. Gli autori della sparatoria si sono poi dileguati a piedi, abbandonando l’automobile risultata poi rubata, ma qualche ora dopo l’uccisione del Brigadiere Legrottaglie, i banditi sono stati raggiunti dalle Forze dell’Ordine e uno dei due è morto durante un secondo conflitto a fuoco.
Fa male quando un servitore dello Stato rimane ucciso nell’adempimento del proprio dovere e durante il servizio, e fa malissimo nel caso specifico del Brigadiere Capo di Francavilla Fontana, il quale, (il destino è stato molto crudele con lui), si trovava al suo ultimo giorno di lavoro. Se non avesse incontrato quei delinquenti, si sarebbe concesso dei giorni di ferie per poi entrare in pensione, nel riposo tanto agognato da chi ha lavorato una vita. Poteva, nel momento in cui quell’auto non si è fermata all’alt, trovare il modo di non rischiare troppo la pelle, e forse sarebbe stato pure capito dai suoi colleghi e superiori, ma il Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie in quel preciso istante non ha più pensato alla pensione e ha voluto compiere il proprio dovere sino all’ultimo.
La Nazione gli è debitrice! Questo brutto accadimento ha comunque ricordato, alla politica, alla magistratura e ai vertici delle Forze dell’Ordine, l’obbligo di non abbassare mai la guardia di fronte alla criminalità, che persiste anche nella forma di bande di semplici rapinatori, i quali però sparano a sangue freddo. Il bandito rimasto in vita ed arrestato della sparatoria di Francavilla Fontana è un soggetto con molti precedenti penali, fra i quali l’assalto ad un furgone portavalori. Certo, oggi parliamo perlopiù, a ragione per carità, della mafia dei colletti bianchi, mutata dopo la fine dei capi storici, dell’estremismo islamico mai del tutto debellato, della delinquenza importata con l’immigrazione clandestina, del risorgere preoccupante di un radicalismo politico notato nelle manifestazioni Pro-Pal di estrema sinistra, ma non dimentichiamo, al tempo stesso, l’esistenza di persone, anche di nostri connazionali senz’altro, pronte a compiere rapine a mano armata qua e là per l’Italia con il solo obiettivo di ottenere denaro facile.
Si tratta di bande che sono meno raccontate e romanzate di quanto lo fossero, a loro tempo, la Banda della Magliana a Roma o il gruppo milanese di Renato Vallanzasca, ma sparano come i malavitosi degli anni Settanta e Ottanta, e forse, senza volere con questo ammorbidire le responsabilità criminali della “mala” di una volta, sono finanche peggiori perché a volte la violenza viene scaricata in maniera gratuita.
Il Governo Meloni, in tema di sicurezza e legalità, non si è mai dimostrato cieco o sordo e il Decreto Sicurezza, che contiene, fra molte cose, importanti strumenti a favore delle Forze dell’Ordine come la tutela legale per gli agenti e la possibilità della body cam in servizio, costituisce un passo importante per i cittadini e i servitori dello Stato in uniforme che rischiano ogni giorno la vita e, purtroppo, talvolta la perdono. Ma ancora molto c’è da fare e il Decreto Sicurezza è il minimo sindacale per ridare protezione e tranquillità all’Italia. Il Governo lo sa e va avanti su una strada ben precisa che non concede sconti ai criminali, lo sanno pure gli italiani e gli unici a fare finta di non sapere sono i leader di sinistra come Matteo Renzi, i quali, pur di agguantare qualche spazio sui giornali, ricorrono a stupidaggini solenni del tipo: “Il Decreto Sicurezza dà pieni poteri a Giorgia Meloni”. Non si stupiscano, a sinistra, se poi la Nazione cambia canale quando vede le loro facce in televisione e non li vota più.