Non più ideologia ma realismo: la transizione energetica a “The Young Hope”

Alla settima edizione della scuola di formazione The Young Hope, promossa dall’associazione Fino a prova contraria e da Annalisa Chirico, istituzioni, imprese e governo si sono confrontati sul tema dell'energia. Il governo Meloni riporta realismo e pragmatismo in un dibattito troppo a lungo ostaggio dell’ideologia della sinistra

Alla settima edizione di “The Young Hope”, la scuola di formazione organizzata dall’associazione Fino a prova contraria insieme ad Annalisa Chirico, uno dei panel ha messo al centro un tema cruciale per il presente e per il futuro: l’energia.

Con il titolo “Sicurezza e transizione energetica: aspettative e ambizioni per il futuro”, l’incontro – introdotto da Chirico – ha visto alternarsi voci di rilievo del governo e dei vertici delle principali aziende italiane, offrendo un confronto concreto su sfide e prospettive della transizione energetica.

Basta ideologie, serve realismo

Il leitmotiv della giornata è stato chiaro: l’energia non è questione di ideologie, ma di soluzioni concrete. Una stoccata al passato recente, quando la sinistra ha trasformato la transizione in un terreno di propaganda, confondendo slogan ambientalisti con risposte vere ai problemi.

Lo ha detto con chiarezza Agostino Scornajenchi (Snam): l’energia riguarda tanto il futuro quanto il passato, perché le modalità di produzione non sono cambiate radicalmente. “Quando parliamo di transizione dobbiamo specificare che deve integrare ciò che è tecnicamente possibile. Diffidate da chi vi parla in modo semplicistico.” E ha ricordato il nuovo ruolo geopolitico dell’Italia: da Paese marginale siamo diventati “il punto di transito” delle forniture energetiche europee.

Stessa linea per Simone De Marchi (Axpo Italia), che ha denunciato come la politica avesse preso “uno sbandamento ideologico”. Oggi, almeno, “parliamo di transizione energetica e non più solo ecologica”.

Le quattro priorità dell’Italia

Con un approccio pragmatico, Gianni Armani (Enel Grids & Innovability) ha fissato quattro linee guida imprescindibili:

  1. Diversificare il mix energetico, con rinnovabili e nucleare;
  2. Potenziare la capacità di accumulo, indispensabile per gestire l’intermittenza delle rinnovabili;
  3. Spingere sull’elettrificazione;
  4. Investire sulle reti di distribuzione, che oggi assorbono due terzi degli investimenti di Enel.

Una strategia che guarda alla realtà: il sistema elettrico sta cambiando, e le condizioni meteo – sempre più estreme – rendono necessario un adattamento costante.

Laicità nel dibattito e ruolo del nucleare

Lapo Pistelli (Eni) ha ringraziato il governo per aver riportato “laicità nel dibattito”. Troppo a lungo la discussione è stata piegata a dogmi ideologici. Pistelli ha sottolineato come i bisogni energetici cambino da Paese a Paese, e che la cooperazione tra imprese, cittadini e istituzioni sia indispensabile. Ma il punto forte del suo intervento è stato sul nucleare, che torna finalmente al centro dell’agenda.

L’intervento del ministro Pichetto Fratin

Il ministro dell’Ambiente ha rivendicato il percorso intrapreso dal governo Meloni: “Noi puntiamo sulla qualità dei prodotti, e sulla decarbonizzazione. Ma la parola chiave è adattamento: non possiamo negare i cambiamenti climatici, dobbiamo affrontarli con realismo.

Pichetto Fratin ha parlato di una “fortissima evoluzione” che ha visto l’industria italiana tra le prime al mondo nella riduzione delle emissioni,.

Sul futuro è stato chiaro: “La fusione sarà il futuro, la soluzione delle soluzioni.” E sui rifiuti speciali: “Dobbiamo essere trasparenti e affidarci alla scienza.”

Altri contributi

Francesco Del Pizzo (Terna) ha stimato che, pur tra difficoltà, l’Italia potrebbe raggiungere ottimi risultati già entro il 2030, puntando su tecnologie avanzate per ottimizzare costi ed efficienza.

Riccardo Toto (Renexia) ha ricordato come l’Italia, dal punto di vista legislativo, abbia già fatto molto, ma che l’eolico offshore meriti maggiore attenzione.

Infine, Guglielmo Picchi (Sace) ha lodato la maturità del dibattito di oggi, in netta contrapposizione con le legislature passate, e ha sottolineato che Sace non si limita a grandi opere, ma sostiene anche le piccole e medie imprese.

Dal passato al futuro

Questo dibattito di The Young Hope ha mostrato con chiarezza che l’Italia, sotto la guida del governo Meloni, ha abbandonato la via sterile delle contrapposizioni ideologiche. Il Paese punta a un futuro fatto di pragmatismo, innovazione e indipendenza.

Il nucleare, demonizzato dalla sinistra, torna oggi come risorsa strategica. Non è un salto nel buio: l’Italia ha una tradizione importante in questo campo, interrotta per motivi politici e ideologici. Ripartire da lì significa recuperare un’occasione perduta e rilanciare la nostra leadership tecnologica.

La sicurezza energetica e la transizione non si costruiscono con gli slogan, ma con serietà, visione e coraggio. Ed è questa la strada che l’Italia sembra finalmente aver intrapreso, grazie al Governo Meloni.

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Michele Intartaglia
Michele Intartaglia
Michele Intartaglia, classe 2004, originario di Procida. Studente di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli.

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