Non tutti gli antifascisti erano sinceri democratici e lo ricorderemo sempre 

La premier Giorgia Meloni non pensava di provocare così tanta agitazione fra i banchi delle opposizioni con la decisione di leggere alcune frasi contenute nel Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni, confinati dal fascismo sull’isola pontina, durante la propria replica alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio europeo. Eppure, i parlamentari di sinistra, soprattutto quelli del Partito Democratico, si sono lanciati in urla e schiamazzi sino a causare la sospensione della seduta. Per PD e compagni Giorgia Meloni dovrebbe vergognarsi e addirittura inginocchiarsi al cospetto della memoria di Altiero Spinelli e del Manifesto di Ventotene, ma cosa ha mai combinato di così grave il Presidente del Consiglio?

Ha citato quelle parti del testo dalle quali si considera comprensibilmente lontana e che oggi, dopo più di ottant’anni, risuonano come inquietanti. Spinelli e Rossi scrivevano: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista “. E ancora: “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso “. Infine: “Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le Istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente”. Il Manifesto di Ventotene verteva in particolar modo su una concezione di nuova Europa da instaurare dopo il crollo di fascismo e nazismo che avevano in mente in quel tempo Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Ma si trattava di un’idea lontana, allora come oggi, da coloro i quali appartengono alla destra, al campo conservatore e pure a quello liberale. Chi ha sempre albergato a destra, come è successo, per esempio, a Giorgia Meloni, come può condividere l’ipotesi di un’Europa monopolizzata dal socialismo, nella quale la proprietà privata e le regole democratiche possono anche venire meno per soddisfare determinate esigenze rivoluzionarie?

La premier si è limitata a fare presente questo e a precisare come l’Europa di Spinelli e Rossi non possa essere la sua, senza offendere la memoria degli autori di Ventotene o distorcere il contenuto del Manifesto a proprio uso e consumo. Ha soltanto letto ciò che davvero compone il testo scritto nel 1941, ma questo è bastato a fare ringhiare le sinistre che non accettano nemmeno alla lontana di aprire una discussione sulla loro Storia piena di dogmi intoccabili. La destra ha fatto i conti con il fascismo da tanto tempo, da Fiuggi e anche prima, con il motto “Non rinnegare, non restaurare” del Movimento Sociale Italiano, mentre la sinistra, che tutt’oggi, con notevole sprezzo del ridicolo, pretende esami di antifascismo da una donna, la premier, nata nel 1977, va puntualmente in tilt quando vengono citati i crimini delle dittature comuniste e la presenza di tentazioni autoritarie fra le fila dell’antifascismo di sinistra. Nel 2025 PD & associati hanno ancora un problema con il passato e Giorgia Meloni, come è stato, a ragione, riscontrato, ha abbattuto il Muro di Berlino anche in Italia con il suo intervento alla Camera.

Il Manifesto di Ventotene ci è sempre stato raccontato come un punto da cui partire per realizzare gli Stati Uniti d’Europa e il federalismo continentale, ma forse, ci permettiamo di dubitare, si voleva giungere ad un super Stato europeo più simile all’URSS, il “paradiso”, appunto, socialista e rivoluzionario, che agli USA, e si era disposti a schiacciare, lasciando perdere la prassi democratica, qualsiasi ostacolo, (proprietà privata, diritti, prerogative degli Stati nazionali), pur di raggiungere l’obiettivo. Del resto, Altiero Spinelli militò sempre a sinistra e nelle vicinanze del Partito Comunista Italiano, del quale fu deputato ed europarlamentare. La sinistra attuale, uguale, se non peggiore di quella in bianco e nero, viene assalita dall’orticaria quando qualcuno si permette di presentarle il conto di aspetti storici scomodi, ma non si agitino più di tanto Elly e compagni, le crisi di nervi non fanno bene alla salute, perché la destra, nonostante i loro strali, non smetterà di ricordare come fra coloro i quali combatterono gli errori e gli orrori del fascismo, e dell’ancora più abominevole nazionalsocialismo tedesco, si celassero componenti, i partigiani comunisti in primis, impegnate a sostituire una dittatura con un’altra dittatura.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

2 Commenti

  1. Grande Giorgia.
    Anche Lei ha detto: il Re è nudo.
    Avete letto il manifesto di Ventotene?
    Chi parla dovrebbe almeno averlo letto. E’ vero, non ho problemi a riconoscere che durante la più sanguinosa e feroce delle guerre europee e mondiali delle persone, confinate, hanno avuto il coraggio di dire che l’Europa dovrà smettere di scannarsi come faceva da 2000 anni e unirsi.
    Ma tolta questa lodevole visione, l’Europa preconizzata dagli autori, tutti di fede comunista, anche se non completamente ortodossi, assomigliava all’unione sovietica.
    Quindi: storicizziamo, vediamo la visione, ma diciamolo in modo semplice e chiaro, come ha detto Giorgia: non è la mia Europa.

    Con affetto e gratitudine

    Alessandro

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