A Cernobbio, sullo sfondo mozzafiato del lago di Como, dall’1 al 3 settembre si è tenuta la 49° edizione del Forum Ambrosetti. Mentre Giuseppe Conte dichiarava di aver dotato il governo di una Ferrari ora trasformatasi in una bicicletta a pedalata assistita,a Villa d’Este la platea acclamava l’operato del governo. Un parterre quello di Cernobbio notoriamente composto da presidenti, amministratori delegati e top manager di società note a livello mondiale oltre che politici di rilievo internazionale.
A incassare applausi a scena aperta fra gli altri è il ministro Nordio: pacato, lucido e lungimirante. Un ministro che piace e capace di contraddire l’opinione dominante.
Il ministro Carlo Nordio, nella sua tenace osservanza del “cronoprogramma” della riforma della giustizia, ha candidamente dichiarato che non vi sarà alcuno slittamento nella tempistica stabilita, il programma scandito e già approvato in una prima parte dal Consiglio dei ministri che vede proposte di riforme del codice di procedura penale e del diritto penale, compresa abolizione del reato d’abuso d’ufficio, non subirà battute d’arresto. Una seconda parte sarà presentata a breve e impatterà su altre riforme di carattere costituzionale come la carriera dei magistrati che esigono tempi più dilatati. Tuttavia, la priorità resta la giustizia civile: la lentezza della giustizia costa all’Italia più di 2 punti di Pil. A tal uopo e senza spirito di polemica, Nordio invoca Lewis Carroll precisando che ipotizzare di rispettare l’accordo sottoscritto- da altri– con l’Unione Europea per lo smaltimento del 90% entro il 2026 dell’arretrato delle cause civili è di assai difficile adempimento: è una sorta di “Alice nel paese delle meraviglie”.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene alcune specifiche misure che intervengono sul sistema giudiziario. Si tratta in particolare, della previsione di riforme volte ad accelerare lo svolgimento dei processi, e di specifici stanziamenti per la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, per la gestione del carico pregresso di cause civili e penali e per l’efficientamento degli edifici giudiziari.
I dati del monitoraggio effettuato dal ministero della Giustizia non fanno ben sperare per il traguardo degli obiettivi del PNRR che dovranno essere raggiunti a livello nazionale, ogni ufficio giudiziario dovrebbe fare la sua parte, soprattutto quegli uffici che hanno un rapporto fra procedimenti pendenti e definiti più problematici, ma se Giuseppe Conte e Mario Draghi hanno esaltato il piano nazionale di ripresa e resilienza -elogiandone i magnifici progressi- al governo dei migliori sfugge come la prima parte del cronoprogramma prevedeva in realtà un obiettivo qualitativo: l’approvazione di norme e l’avvio di bandi, scontato dunque da raggiungere.
L’accordo ereditato prevede oggi il raggiungimento di risultati quantitativi e concreti misurabili nell’ambito dell’attuazione di un determinato intervento, eredità dunque pesante quella lasciata all’attuale Governo. I rilievi della Corte dei conti e dell’Unione europea metterebbero in luce i «difetti di progettazione» dell’accordo sottoscritto dai precedenti governi che dovrà essere sviluppato da Nordio così da rispettare gli obiettivi fissati dal PNRR.
Gli obiettivi precedentemente contratti sono decisamente ambiziosi, sembrano di difficile realizzazione così come stati messi a punto, ma il ministero della Giustizia impiegherà tutte le necessarie risorse per restituire slancio e vigore al settore civile, così da promuovere gli investimenti stranieri e la crescita del Pil, fondamentali per il sistema economico del Paese, senza trascurare che le lungaggini dei procedimenti espongono lo Stato a condanne giudiziali ai sensi della legge Pinto che il Ministero delle Finanze ipotizza possano toccare i 500 milioni di euro l’anno.
Nonostante le difficoltà e le problematicità emerse il patron di via Arenula ha confermato il massimo impegno nel dimostrare all’Europa la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati mettendo in luce i primi risultati già concretizzati.
A voler volgere lo sguardo agli ultimi dieci anni- tralasciando ogni sterile retorica- il paese è stato governato dalla sinistra che propone soluzioni astratte ad ogni problema senza però risolvere alcunché, inoltre, il problema attuale non è solo quello di far vedere all’UE che si fa qualcosa indipendentemente dal PNRR, è al cittadino che interesserebbe una giustizia efficiente, e ciò sia nel settore civile sia nel settore penale e in tutti i settori.
In soldoni per utilizzare la stessa lingua di Conte il governo ha ereditato un treno a vapore che dovrà trasformare in un treno ad alta velocità, d’altronde come ha dichiarato la nostra Premier a Monza: il tempio della velocità è fonte di ispirazione, abbiamo bisogno di correre di più.