Lo scenario italiano in tema di natalità e di andamento demografico raffigura una situazione a dir poco drammatica, in cui spesso le coppie decidono di rimandare o di abbandonare completamente l’idea di crearsi una famiglia, a causa di condizioni contingenti quali l’incertezza economica, lo scarso supporto dello Stato e pochi strumenti di sostegno nel campo lavorativo.
Per abbandonare questa idea di un Paese che sta letteralmente morendo, il Governo Meloni, sin dalla sua nascita, ha deciso di rivolgersi alle famiglie, di favorire la loro crescita e il loro benessere, adottando politiche idonee ad affrontare una situazione complessa dal punto di vista demografico.
IL CONTESTO ITALIANO: DECREMENTO DEMOGRAFICO E RIDUZIONE DEL TASSO DELLA NATALITÀ
Secondo gli ultimi dati Istat, aggiornati al 20 marzo 2023, la dinamica demografica in Italia continua ad essere negativa, con nascite sempre in calo.
Analizzando la generale situazione demografica, si evidenzia che al 31 dicembre 2022 la popolazione residente in Italia ammonta a 58.850.717 unità, ovvero 179.416 in meno rispetto alla stessa data del 2021 (pari ad una percentuale dello -0,3%). Rispetto al biennio 2020-2021, per cui la dinamica demografica era stata in gran parte influenzata dalle conseguenze della crisi pandemica, nel 2022 l’andamento è stato influenzato da altri fattori contingenti, quali l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria, la crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina e l’eccesso di caldo nei mesi estivi.
A preoccupare è soprattutto il nuovo record negativo delle nascite, che nel 2022 sono state pari a 392.598, ovvero ben 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%), dato che sottolinea drammaticamente la denatalità degli ultimi anni. Come già detto, nel 2021 il calo delle nascite è stato legato soprattutto all’epidemia; nel 2022, invece, le dinamiche che hanno condotto a questo dato negativo sono più complesse, e, unitamente alla crisi sanitaria, le conseguenti incertezze economiche sembrano aver scoraggiato le coppie ad attuare i loro piani di genitorialità, rimandandoli a data da destinarsi.
Alla diminuzione delle nascite, oltretutto, si affianca un eccesso di mortalità, tanto che nel 2022 in Italia si registrano 713.499 decessi, quasi 12mila in più rispetto all’anno precedente. Un terzo dell’eccesso di mortalità si concentra nei mesi estivi, più caldi e afosi, e riguarda soprattutto quelle fasce di età più anziane, dove i rischi di morte sono notoriamente più elevati.
Lo scenario finora delineato fotografa dunque un contesto in cui il saldo naturale continua ad essere negativo, per cui le nascite continuano ad essere in forte difetto rispetto al numero dei decessi. Una condizione drammatica, che rende il nostro Paese sempre più vecchio e che sta vivendo una vera e propria emergenza in tema di natalità.
LE AZIONI MESSE IN CAMPO DAL GOVERNO MELONI PER SOSTENERE LE FAMIGLIE
Sin di suoi primi giorni si è visto come una delle priorità per il Governo Meloni sia stata proprio quella di invertire la drammatica tendenza di diminuzione demografica, tanto che nel suo stesso discorso di insediamento Giorgia Meloni ha dichiarato che: “C’è un’altra istituzione formativa importante, accanto a scuola e università. Forse la più importante. Ed è la famiglia. Nucleo primario delle nostre società, culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi. Intendiamo sostenerla e tutelarla. Serve un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società”, perché “l’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale, che abbia nella famiglia il suo pilastro e rafforzi il legame che unisce i figli con i nonni e i giovani con gli anziani, che vanno protetti, valorizzati e sostenuti perché rappresentano le nostre radici e la nostra storia.”
È stato da subito istituito un nuovo Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. Un segnale forte ed evocativo, per cui è risultata chiara la volontà di sostenere tutto ciò che ha a che vedere con la famiglia e con le sue necessità. Una politica, quella del governo, che si propone di mettere in campo delle misure concrete ed efficaci che siano in grado di sostenere le esigenze delle famiglie, quelle già esistenti e quelle che si desidera creare. Così che, soprattutto i giovani, non siano più spaventati dal futuro, spesso incerto soprattutto in termini economici, ma abbiano degli strumenti di supporto che li aiutino nel percorso di vita che intendono portare avanti.
Immediatamente sono state anche realizzate alcune disposizioni dal neo-governo Meloni, rinvenibili nella legge di bilancio, nel Capo II “Famiglia e Disabilità”, riguardanti:
– l’assegno unico e universale per i figli a carico, per cui sono state rese permanenti alcune equiparazioni tra figli disabili e non, oltre ad esserci stata l’introduzione di ulteriori benefici per i figli a carico con disabilità. Inoltre, l’assegno ha visto una maggiorazione per i figli di età inferiore ad un anno o inferiore a tre anni in determinate ipotesi, ed è stata altresì aumentata la maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con quattro o più figli a carico;
– il congedo parentale, per cui è stato previsto un aumento, a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano figli di età non superiore a sei anni. L’elevamento dell’indennità si prevede che sia riconosciuto sia alla madre che al padre e che l’aliquota per il calcolo dell’indennità sia pari all’80% invece del 30%;
– l’istituzione del Fondo per alfabetizzazione mediatica e digitale, a cui saranno destinati 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025 per promuovere progetti di alfabetizzazione mediatica e digitale e di protezione dei minori da parte dei fornitori di servizi di media e piattaforme di condivisione video.
In generale, in tema di demografia e natalità è stato destinato complessivamente un miliardo e mezzo di euro in manovra, proprio perché la vicenda della natalità e della demografia è una “priorità assoluta ed è una materia economica, perché noi siamo in una situazione con i numeri di nati che abbiamo in Italia per la quale il nostro sistema di welfare non può reggere nel medio periodo”.
Oltre a quelle già citate, sono diverse le proposte che Fratelli d’Italia ha avanzato per sostenere le come l’introduzione del quoziente familiare per la tassazione, la riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti per la prima infanzia, il sostegno per asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici, e la promozione di nidi aziendali e asili nido condominiali. Nel mondo del lavoro, poi, si intende incentivare le aziende ad assumere neomamme e promuovere forme di conciliazione dei tempi casa-lavoro e promuovere campagne di informazione sulla fertilità. Inoltre, si propone di destinare maggiori risorse al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie di lavoratori precari, non introdurre nuove tasse sulla prima casa, e tutelare la proprietà privata, in modo da sostenere anche tutti coloro che per ragioni economiche spesso sono costretti a dover affrontare pesanti rinunce.
L’IMPORTANZA DI UNA SOCIETÀ CHE CRESCE
Secondo l’articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia” e “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”.
Pertanto il diritto alla famiglia, il diritto alla genitorialità e il diritto al matrimonio si configurano come fondamentali all’interno della società, e sono tutti diritti che necessitano di essere tutelati e protetti dalle istituzioni sociali e politiche.
La crisi demografica che stiamo vivendo, insieme a quella sanitaria, economica ed energetica, sta fortemente colpendo il tessuto sociale italiano, con problematiche complesse da dover affrontare su più fronti.
È fondamentale, come credono Fratelli d’Italia e il Governo, realizzare e promuovere delle politiche di incentivazione e tutela alla natalità e della famiglia, poiché investire nella natalità significa investire nel futuro dell’Italia. La materia demografica, è importante sottolinearlo, è anche una materia economica.
Sostenendo la natalità si appoggia, in maniera complementare, il raggiungimento di quella stabilità economica e lavorativa che ad oggi non sembra esistere per molte persone. Infatti, l’incertezza sul futuro costringe molte coppie, soprattutto giovani, a dover spesso limitare quel desiderio di diventare genitori o di sposarsi.
Occorre mettere di nuovo al centro della società la famiglia, fondamentale per rendere una nazione veramente sovrana e spiritualmente forte, grazie al suo ruolo centrale sotto il punto di vista educativo e sociale.
I recenti dati demografici prospettano una situazione in cui l’Italia è destinata a scomparire. Ma con i giusti interventi, già messi in campo dal Governo, si intende fortemente arginare l’emergenza della natalità e garantire a tutti la possibilità di un futuro sereno in cui non si dovrà rinunciare a mettere al mondo un figlio o a sposarsi, ma in cui ci sarà uno Stato presente e che sarà al fianco degli italiani nella loro crescita. Perché la crescita di una famiglia rappresenta una crescita per il Paese, che in questo modo potrà continuare ad esistere e a garantire un futuro sereno a tutti il suo popolo.