di Sara Kelany e Camilla Trombetti
È in dirittura d’arrivo l’approvazione del famigerato Green Pass, che secondo il governo è l’unica ancora di salvezza, in questa infinita pandemia, per dare agli italiani le “giuste e centellinate” libertà senza introdurre lo spauracchio dell’obbligo vaccinale. Ma che il green pass, che dovrà essere esibito in ogni occasione in cui si voglia avere una vita sociale e di relazione, sia sostanzialmente un obbligo un po’ incerto è un dato di fatto ed il ministro Cartabia, nel suo recente passato di giudice della Consulta, ci ha ben raccontato che per introdurre un obbligo vaccinale occorrono dei presupposti indefettibili, che tuttavia al momento sembrano mancare.
L’attuale Ministro della Giustizia Marta Cartabia, in una sentenza da lei stessa redatta nel 2018, specificava che lo stato può imporre le vaccinazioni in presenza di tre presupposti: se il trattamento è diretto non solo a tutelare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute della comunità; se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvi i rischi tollerabili; se sia prevista comunque una indennità in favore del danneggiato.
Nel nostro ordinamento esiste dal 1992 una Legge che impone che gli eventuali danni derivanti da vaccinazioni obbligatorie siano indennizzati dallo Stato. L’esistenza di questa norma ed il fatto che i vaccini obbligatori imposti dallo Stato fino a questo momento rispettino gli standard di proporzionalità tra rischi e benefici, ha reso costituzionalmente legittime le imposizioni.
In questo contesto, occorre anche ricordare che la Legge Lorenzin, nell’introdurre l’obbligo vaccinale per i bambini degli asili e delle materne, stabiliva che l’AIFA dovesse essere necessariamente chiamata in giudizio nelle cause introdotte per gli indennizzi ed i risarcimenti dei danni causati da vaccini obbligatori. Ciò in tanto in quanto l’AIFA è il soggetto che partecipa alla definizione dei percorsi per stabilire se un farmaco possa o meno essere commercializzato e dunque somministrato.
Il governo allora disse: io introduco un poderoso obbligo vaccinale, so che devo eventualmente indennizzare i danni, pertanto chi ha autorizzato il farmaco porta con sé una responsabilità solidale e deve intervenire in giudizio.
Il quadro, dunque, i giudici costituzionali lo avevano descritto chiaramente: un obbligo vaccinale è legittimo in tanto in quanto si posseggano dati certi rispetto al rapporto tra rischi e benefici del vaccino, sia in termini individuali che collettivi e sempre che lo Stato si assuma ogni responsabilità, indennizzando eventuali danneggiati.
Tuttavia c’è un’enorme differenza tra i vaccini che oggi sono obbligatori e quello per il Covid-19: tutti i vaccini ad oggi autorizzati hanno fatto un percorso di sperimentazione e sono stati messi in commercio con un’autorizzazione regolare, mentre i vaccini anti-Covid sono tutti attualmente immessi in commercio con un’autorizzazione condizionata, perché le aziende devono terminare molte fasi di studio, ed alcune termineranno addirittura nel 2023.
E già questo aspetto priva l’obbligo vaccinale del primo prerequisito, ossia la sussistenza di un rapporto vantaggioso tra benefici e rischi, considerato che allo stato attuale non si posseggono dati sufficienti per conoscere se i benefici superino i rischi nel lungo periodo.
Direte che il green pass non introduce un obbligo vaccinale, perché è sufficiente avere un tampone negativo nelle precedenti 48 ore o un certificato di guarigione nei sei mesi precedenti.
Ma se il “lasciapassare verde” servirà per ogni tipo di attività sociale, come banalmente mangiare una pizza, è del tutto evidente che richiedere un tampone ogni due giorni, con tutti i costi che ne derivano, è sostanzialmente obbligare al vaccino. Ecco una proposta puntuale di FdI: proponiamo il tampone gratuito per tutti quanti in farmacia, con incentivi alle farmacie per tenere aperto giorno e notte. In tal modo, chi desidera effettuare un tampone può farlo in ogni momento della giornata, e al contempo si mantiene un alto livello di tracciamento del coronavirus, indispensabile per contenere i contagi.
Inoltre, il regolamento (UE) 2021/953 del 14 giugno 2021, introduttivo del green pass, stabilisce espressamente che possano essere imposte alcune limitazioni per motivi di sanità pubblica, posto che ogni cittadino dell’Unione ha il diritto fondamentale di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Il regolamento poi specifica che tutte le restrizioni alla libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione attuate per limitare la diffusione del Covid dovrebbero basarsi su motivi specifici e limitati di interesse pubblico e essere informati ai principi di proporzionalità e di non discriminazione. Il regolamento espressamente riporta (e qui in Italia è stato tuttavia taciuto) che è necessario evitare la discriminazione di coloro che non sono vaccinati. Pertanto, sempre a detta del regolamento, il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di guarigione, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione. Inoltre, l’Europa afferma esplicitamente che “il regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”.
Peccato che il recepimento che ne sta facendo l’Italia obliteri tutte queste raccomandazioni, rendendo la vita impossibile a chi “lasciapassare” non ne ha.
Ebbene, date tutte queste premesse, sorgono spontanei molti dubbi.
In primo luogo: per quale motivo oggi i cittadini, quando decidono di vaccinarsi, sono costretti a sottoscrivere un modulo di consenso informato che sostanzialmente libera le case farmaceutiche dall’assunzione di ogni responsabilità in caso di danni?
E poi: perché si introduce il green pass per limitare la vita sociale dei cittadini che non sposano l’obbligo vaccinale, senza avere il coraggio e la chiarezza di dire che si tratta di un obbligo? Forse per non garantire ai cittadini, in caso di eventuali danni, il diritto al risarcimento o all’indennizzo, che come abbiamo visto ad oggi è limitato alle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate.
Infine: perché nessuno nella filiera di produzione, autorizzazione e somministrazione si vuole assumere alcun tipo di responsabilità rispetto alle vaccinazioni Covid, brigando anche per l’ottenimento di scudi penali in caso di danni gravi?
La conclusione che ad oggi se ne trae è sconfortante e sostanzialmente è compendiabile in una assoluta mancanza di chiarezza e di senso di responsabilità del governo, che tentenna nella comunicazione di questi aspetti, che non informa rispetto all’indennizzabilità per i danni da vaccinazione e che anzi sembra voler eludere questo impegno introducendo sì l’obbligo vaccinale, ma in via surrettizia attraverso il green pass, senza esplicitarne i contorni. Tutto questo preoccupa e non fa altro che generare dubbi rispetto alla efficacia della vaccinazione, oltre che disincentivare la riuscita della campagna vaccinale. Viene da chiedersi in chiosa cosa scriverebbe oggi, rebus sic stantibus, la Cartabia in una sentenza sulla legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale e del green pass.
il Pass e’solo un mezzo dei nuovo Fascismo di Draghi e la sua congrega. spero che Salvini si opponga con tutte le sua forze.
30 milioni di italiani PRO-VAX squilibrati ,ignoranti ,vigliacchi ed idioti sono stati obbligati a vaccinarsi e per poter ottenere il GREEN PASS hanno perfino stupidamente dichiarato il falso che la vaccinazione era stata una loro libera scelta !
Se sono costretto a vaccinarmi per ottenere il GREEN PASS che mi consente di girare per tutta Italia e di CONTAGIARE mezza Italia perlomeno NON AVREI IL CORAGGIO DI NON DICHIARARE IL FALSO !
P.S.
Nel 1983 ero un militare di leva è mi hanno obbligato a fare da cavia umana al nuovo vaccino sperimentale per la TBC in dose 8 volte maggiore a quella attuale a UDINE .
Per mettermelo nel culo volevano che compilassi un modulo dove dichiaravoil FALSO di essere un “volontario” che ha deciso di vaccinarsi ad ogni costo e che rinunciavo ad ogni futura azione se qualcosa andava storto !
Ho messo per iscritto la verità e ho firmato !
Su 25 militari di leva cavie umane sono stato l” unico a mettere per iscritto la verità e che non rinunciavo affatto ad avere un risarcimento se il vaccino mi creava problemi di salute !
Parole sante. Raccogliamo le firme per l’ incostituzionalità del green pass