Il pugile 37enne ucraino, Oleksandr Usyk, ha vinto proprio ieri il match di pugilato contro l’inglese Tyson Fury. Un traguardo importante non solo per il singolo atleta, ma anche un motivo d’orgoglio per l’intera popolazione ucraina, che da due anni si ritrova a combattere senza sosta contro un nemico instancabile.
L’impresa del combattente ucraino, l’ha reso dunque un eroe agli occhi dei suoi fan ma anche nella storia, raggiungendo l’Olimpo della memoria: ora che ha conquistato il primo titolo mondiale indiscusso, il suo nome potrà essere affiancato ai grandi della Boxe come Muhammad Ali.
Il Campione originario di Sinferopoli, città della Crimea, aveva già raggiunto i trofei WBA, WBO, IBF, completandoli finalmente con il riconoscimento WBC. Usyk ha dichiarato che per lui è stato un giorno importante, ma si è detto pronto per tornare sul Ring nel mese di ottobre, al fine di affrontare la prossima rivincita che potrebbe comunque sortire un colpo di scena. Nel frattempo. È giusto che il pugile ucraino si goda la vittoria, anche in nome della Nazione ucraina da lui rappresentata.
Lo sport è da sempre un elemento fondamentale nella vita degli esseri umani, basti pensare alla creazione delle Olimpiadi nell’Antica Grecia: ora abbiamo l’opportunità di catturare le immagini con telecamere e macchine fotografiche e siamo finalmente in grado di rendere immortali gli istanti che rappresentano l’apice nella vita di un ginnasta.
Per Usyk questo è un motivo di riscatto, così come lo è per il resto delle persone che hanno creduto congiuntamente nel sogno di raggiungere il titolo mondiale. Con questa vittoria, il Boxer ucraino può finalmente rendere fiera la sua Patria e la sua gente: in una contemporaneità che vede l’Ucraina impegnata a combattere per liberarsi dalla morsa del nemico e dei suoi alleati, l’opera del suo Campione ha il valore di un faro illuminante sulla costa notturna del Mar d’Azov. Una ragione in più per non firmare la resa anche per chi è impegnato al fronte, nel tentativo di rallentare e sconfiggere finalmente l’invasore.
Anche Volodymyr Zelensky, Presidente ucraino, ha dimostrato la propria contentezza per il traguardo raggiunto dal pugile connazionale, facendogli le proprie congratulazioni.
Oleksandr Usyk è inoltre attivo sui social network per dimostrare il proprio supporto alla sua terra d’origine, l’ennesima dimostrazione che nonostante la conquista del suo territorio natale, costui non abbia perso il sentimento per i propri valori e la proprie radici.
Affidare campagne di sensibilizzazione a personaggi pubblici come lui, in questo caso può dimostrarsi una mossa giusta e coerente: in effetti, la possibilità di raggiungere più utenti sul web porterebbe una visione del conflitto in corso che frequentemente, in Russia e nei paesi dei suoi alleati, viene stravolta al punto da far sembrare l’aggressore un eroe da supportare e non un criminale da condannare per le sue crudeltà ed i suoi errori.
L’impegno sociale, oltre che sportivo di Oleksandr Usyk, lo rendono un esempio per tutti i giovani e le persone che con dedizione si dedicano alla Boxe oppure ne sono fortemente interessati in qualità di spettatori.